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Quando la lezione partecipata fa la differenza

Quando la lezione partecipata fa la differenza

| il 27, dic 2013

 

 

Per arrivare ad avere un’ aula sempre piena e partecipe, non ci si può affidare all’improvvisazione. Un allievo coinvolto e motivato, sarà poi un guidatore più attento e consapevole. Ecco le leve fondamentali su cui si basa il Metodo La Nuova Guida 

È entrata ormai nell’immaginario collettivo la scena in cui Robin Williams, nei panni dell’eccentrico professor John Keating, rompe gli schemi di un blasonato College statunitense saltando su una cattedra davanti ad una platea di ragazzi sbalorditi.
Uno degli ingredienti del successo de “l’attimo fuggente” è proprio la contrapposizione tra due metodi di insegnamento agli antipodi: uno rigido e formale e l’altro partecipativo e anticonformista. Sebbene si tratti di un’estremizzazione cinematografica, l’elemento che emerge con chiarezza è che il metodo di insegnamento fa la differenza. Considerazione, quest’ultima, ben impressa nella mente dei formatori che nel 2009 gettarono le basi del “Metodo La Nuova Guida”. L’obiettivo era quello di rispondere alla domanda: “perché un allievo dovrebbe frequentare le mie lezioni, piuttosto che studiare semplicemente su un manuale?”. La risposta si può riassumerne con una sola parola: coinvolgimento.
Per raggiungere questo obiettivo La Nuova Guida agisce su due leve:
La formazione dei formatori. Un bravo insegnante è colui che, anche dopo anni di esperienza, sente ancora la voglia e la necessità di formarsi e aggiornarsi continuamente.
Strumenti tecnologici che supportino l’insegnante durante la lezione, come i tastierini e gli strumenti multimediali del Galileo Plus.
I primi, sono piccoli telecomandi elettronici che, grazie al software Galileo Plus, permettono all’insegnante di sapere a quali lezioni ogni singolo allievo ha preso parte e con quali risultati. Grazie al loro utilizzo, è possibile far partecipare l’intera classe ai quiz in tempo reale.
Galileo Plus mette inoltre a disposizione dell’insegnante validi strumenti multimediali ed interattivi, che permettono di esporre con maggiore incisività anche gli argomenti più complessi, grazie a video simulazioni, alla possibilità di modulare i quiz in base al grado di preparazione della classe. Grande successo hanno riscontrato anche i drunk goggles, speciali occhiali che simulano lo stato di ebbrezza a diversi tassi alcolemici nel sangue. Consentono all’insegnante di far percepire ai propri allievi, in tutta sicurezza, i rischi e le alterazioni dovute all’assunzione di alcol. Per arrivare ad avere un’ aula sempre piena e partecipe, non ci si può affidare all’improvvisazione. Un allievo coinvolto e motivato, sarà poi un guidatore più attento e consapevole. Elementi questi che ogni buon insegnante non dovrebbe sottovalutare.
Pier Paolo Tuveri, socio La Nuova Guida e titolare dell’Autoscuola Galileo di Guspini (Medio Campidano), ci dice la sua:
Trovi che gli allievi di oggi siano diversi da quelli di un tempo?
I ragazzi che oggi entrano in autoscuola sono fortemente informatizzati, ed è sempre più difficile coinvolgerli attivamente. Noi insegnanti dobbiamo adeguarci alle loro esigenze, rendendo coinvolgente il loro percorso formativo.
Puoi farci un esempio?
I tastierini, aiutano a creare in aula una sorta di “competizione” tra i ragazzi, assolutamente positiva e stimolante.
Quanto dovrebbe durare una lezione secondo te?
Io metto in pratica i consigli del Metodo, che suggerisce 45 minuti di lezione seguiti da una pausa di 10.
Come aiuti i tuoi allievi a memorizzare e comprendere un argomento complesso?
All’inizio del percorso formativo devono misurarsi con tematiche del tutto nuove. Per aiutarli ad imprimere nella mente i concetti chiave, spesso ricorro a metafore o collegamenti logici. Ad esempio per la differenza tra sosta e fermata dico loro di ricordare la lettera iniziale per sapere cosa fare con l’auto: Spegnere, per la Sosta, e Folle per la Fermata.
Per essere un bravo insegnante non basta la passione. Come ti ha aiutato il “Metodo La Nuova Guida”?
Mi ha agevolato nell’organizzare meglio il mio lavoro, grazie alla formazione e al continuo confronto con colleghi da tutta Italia. In definitiva, direi che ha reso la mia attività meno stressante, e questo si ripercuote positivamente sui miei allievi.

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