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Sulla buona strada della formazione e dell’informazione

Sulla buona strada della formazione e dell’informazione

| il 27, dic 2013

Incontriamo Sergio Dondolini, Direttore Generale della Direzione per la sicurezza stradale del Ministero Infrastrutture e Trasporti, che spiega in dettaglio il nuovo Piano Nazionale sulla Sicurezza Stradale Orizzonte 2020

Quali sono gli obiettivi concreti del nuovo Piano Nazionale 2020?

Il nuovo PNSS Orizzonte 2020 propone un obiettivo generale di riduzione dell’incidentalità e diversi obiettivi specifici, per particolari categorie “a maggior rischio”.L’obiettivo generale del Piano è la riduzione del 50% del numero di decessi sulle strade entro il 2020, rispetto al totale dei decessi registrato nel 2010. Per le categorie a maggior rischio individuate, sono fissati obiettivi specifici di riduzione del numero di morti: pedoni (-60%), ciclisti (-60%), utenti delle 2-Ruote a motore (-50%) e utenti coinvolti in incidenti in itinere (-50%).Inoltre, per tutelare una categoria particolarmente vulnerabile, dall’elevata valenza sociale, il PNSS Orizzonte 2020 stabilisce come principio guida nell’azione di miglioramento della sicurezza sulle strade che “Sulla strada: Nessun bambino deve morire”.Fra le varie azioni sulle quali il PNSS Orizzonte 2020, in coerenza con gli orientamenti della Commissione europea, punta per raggiungere i suddetti obiettivi, c’è il miglioramento della formazione alla guida. E’ questo un aspetto sul quale nel passato recente si sono registrati importanti interventi effettuati sul sistema di qualificazione dei conducenti professionali e di rilascio delle patenti di guida. Sullo stesso, gli scenari sono tuttora in evoluzione verso una sempre maggior armonizzazione tra i vari paesi europei con l’obiettivo di stimolare un miglioramento complessivo del sistema di formazione che non si configuri più come intervento puntuale ma, in modo assimilabile ad un processo, accompagni il conducente continuativamente nell’arco della vita.

Che ruolo hanno soggetti come Unasca e le autoscuole ?

In un contesto come questo, le Autoscuole si pongono come elemento centrale e qualificante per la concretizzazione di un processo di miglioramento della formazione dei onducenti professionali, ma non solo. Un aspetto importante che desidero segnalare, che può rappresentare un elemento qualificante della diffusione della nuova campagna dedicata alla Sicurezza, è che abbiamo registrato la disponibilità di UNASCA a rilanciare i messaggi della campagna “sulla buona strada” presso gli associati, in particolare facendola diventare un momento di riflessione con l’utenza sui temi trattati.

Pur avendo registrato un sensibile miglioramento, anche nel 2012 secondo i dati Istat è stato mancato l’obiettivo europeo di dimezzare i morti sulle strade, quali sono gli aspetti strategici su cui ancora occorre intervenire ?

Secondo i recenti dati pubblicati da ISTAT, la riduzione del numero di morti fra il 2001 e il 2012 è stata del 48,5%, un risultato che, sebbene ancora leggermente inferiore rispetto all’obiettivo di dimezzamento del 2010, è sostanzialmente in linea con la media europea. Se il risultato conseguito è complessivamente incoraggiante, molto ancora occorre fare per raggiungere il traguardo dell’ ulteriore dimezzamento della mortalità al 2020. Oltre a quanto già detto precedentemente, va evidenziata l’esigenza di disporre di sempre maggiori elementi di conoscenza dei molteplici e complessi fattori che influenzano il problema dell’incidentalità stradale. Su questo tema il PNSS Orizzonte 2020 identifica diverse misure atte al miglioramento delle conoscenze del fenomeno e quindi della capacità di intervento. Più in particolare: il miglioramento del sistema di raccolta dati, la realizzazione di una rete di monitoraggio nazionale organizzata gerarchicamente ai diversi livelli di governo del territorio e coordinata a livello centrale, la pianificazione, monitoraggio e valutazione delle misure, la formazione di tecnici e decisori e la diffusione di strumenti e metodologie. Si tratta di una strategia che si pone in perfetta continuità con quanto previsto dal precedente PNSS e che è già in avanzato stato di realizzazione sul territorio nazionale.

Il 90-91% della mortalità si concentra nelle aree urbane ed extraurbane, mentre l’ambiente autostradale è ridotto. Che cosa prevede il PNSS rispetto a queste due aree molto critiche?

In ambito urbano le maggiori criticità sono associate soprattutto agli utenti vulnerabili della strada, in particolare: pedoni, ciclisti e 2-Ruote a motore. Per queste tre categorie, il PNSS Orizzonte 2020 definisce degli obiettivi specifici di riduzione della mortalità e fornisce le linee strategiche per raggiungere tali obiettivi. A favore della sicurezza di queste utenze in particolare, ma più in generale per ridurre la mortalità in ambito urbano, il PNSS prevede diverse misure, tra cui: misure mirate a ridurre le velocità dei veicoli, per renderle compatibili con la vulnerabilità di pedoni, ciclisti e 2-Ruote a motore; misure per migliorare la visibilità di queste categorie, nel traffico e nei punti di potenziale conflitto (ad esempio sugli attraversamenti); interventi sull’infrastruttura per separare le correnti di traffico e proteggere le utenze vulnerabili; misure di formazione e informazione per compensare la mancanza di esperienza (soprattutto per bambini, ciclisti e 2-Ruote a motore) e contrastare comportamenti a rischio quali l’uso di alcol e droghe. In ambito extraurbano tre sono le linee strategiche principali del Piano: la gestione e il controllo delle velocità di guida per contrastare i comportamenti di eccesso di velocità e mancato rispetto dei limiti di velocità; il miglioramento delle caratteristiche delle infrastrutture esistenti e di progetto, per rimuovere i fattori di rischio presenti sulle strade e ridurre la probabilità d’incidente e di infortunio sulle strade urbane ed extraurbane; l’introduzione progressiva di procedure di gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali al fine di prevenire l’incidentalità sia sulla rete esistente che su quella pianificata.

Oltre ad un’azione normativa, evidentemente occorrono anche iniziative e campagne mirate. A che cosa state pensando?

Nell’ambito delle proprie competenze la Direzione Generale per la Sicurezza Stradale, in linea con gli obiettivi strategici del Ministero, ha il compito di favorire un’azione di costante informazione finalizzata a sensibilizzare i cittadini sulle problematiche della circolazione e della sicurezza stradale; per quanto sopra, al fine di garantire continuità all’azione già intrapresa con la campagna “Sulla buona strada” nel corso dei precedenti anni, è stata recentemente avviata ed è attualmente in corso di realizzazione una campagna di comunicazione sulla sicurezza stradale. La campagna si basa su di una creatività che ha per protagonisti i bambini, che sono portavoce di messaggi di sicurezza stradale da trasmettere agli adulti. In questa prima fase, sono stati realizzati tre messaggi: uno relativo ai pedoni , uno all’uso dei sistemi di ritenuta per bambini, ed uno relativo all’eccesso di velocità. Una seconda fase della campagna, programmata per i primi mesi del nuovo anno, sarà dedicata al mondo delle due ruote. La campagna è stata diffusa a partire dal 18 novembre sugli spazi di comunicazione istituzionale delle reti Rai (tv e radio) nonché su tutti i media (stampa, radio, web, cinema, affissioni, tv locali ).

Parliamo in modo più specifico di formazione: che tipo di percorso il PNSS prevede in questo senso?

Il PNSS Orizzonte 2020 è particolarmente sensibile all’importanza dell’educazione e della diffusione di una cultura della sicurezza stradale. Gli obiettivi generali e specifici non si potranno mai concretizzare se non vi è piena consapevolezza da parte di tutti dei rischi connessi con alcuni nostri comportamenti e quale sia la strada più sicura per evitarli. Dalle analisi condotte è emerso come i nostri comportamenti e i fattori di rischio cui siamo soggetti cambiano nel tempo. A titolo di esempio i giovani hanno una predisposizione ad assumersi più rischi e a sottostimare la gravità di alcune situazioni, gli anziani vanno incontro a un degrado delle proprie capacità di guida. Ogni persona va introdotta e accompagnata in un percorso formativo lungo tutto l’arco della propria vita. È molto importante in tal senso un’azione di informazione e di formazione che, oltre a migliorare conoscenze e abilità di guida, contribuisca a una maggior conoscenza dei propri limiti e dei rischi presenti quanto ci si sposta su strada. Colgo l’occasione per segnalare il lavoro che stiamo svolgendo in materia di educazione stradale, settore nel quale abbiamo iniziato un percorso di sperimentazione di nuovi progetti rivolti alle scuole di ogni ordine e grado con l’obiettivo di far nascere e, nel tempo, consolidare la “cultura della sicurezza stradale” intesa non più come un semplice insieme di norme da impartire , ma più propriamente come il risultato di una maturazione etica che gradualmente permette di adottare uno stile di comportamento che pone al centro il rispetto per la vita e per la persona umana. Con la collaborazione delle nostre Direzione Generali Territoriali, abbiamo proposto alle scuole progetti innovativi, flessibili e adattabili ai diversi contesti educativi, intervenendo in aula con i nostri funzionari. Il primo di questi progetti, rivolto agli alunni della scuola primaria , è stato sperimentato con successo nel corso degli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013 . Finita la fase sperimentale, è stata prevista la messa on line del materiale didattico ed il progetto, dal titolo definitivo “La buona strada della sicurezza”, è quindi oggi sul sito del Ministero per la fruizione da parte di tutti i soggetti interessati. In attuazione poi di vari protocolli d’intesa stipulati in occasione della quarta Giornata Europea della Sicurezza Stradale del 25 luglio 2012 con soggetti pubblici e privati, abbiamo realizzato e sperimentato altri progetti, con l’ausilio, per quanto riguarda la parte più strettamente didattica e di monitoraggio dell’efficacia, delle Università di Roma e Trieste. In particolare, il progetto per la scuola media, realizzato in collaborazione con l’Agenzia Roma servizi per la mobilità, e che coniuga i temi di sicurezza stradale con quelli che riguardano il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile, si è avvalso del contributo del Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale dell’Università La Sapienza di Roma. Al Dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Trieste è stato invece affidato il supporto didattico del progetto realizzato in collaborazione con la Federazione Italiana di Pallacanestro , che ha coinvolto più di 1300 studenti della scuola secondaria di secondo grado in 6 diverse regioni italiane (Abruzzo, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Veneto). Si tratta di un “progetto pilota” sulla percezione del rischio, nel quale moduli appositamente progettati per l’attività motoria in palestra si alternano a lezioni in classe di sicurezza stradale, per aiutare i ragazzi a riflettere sui concetti di prevedibilità, cooperazione , rispetto di regole condivise. La valutazione positiva dell’efficacia del progetto, basato sulla novità di conciliare sport e sicurezza stradale, portata a termine recentissimamente dall’Università di Trieste, basata essenzialmente sull’importante novità di conciliare sport e sicurezza stradale, prevedibilità e cooperazione, lo segnalano tra le migliori pratiche meritevoli di diffusione anche a livello europeo. E ancora, con l’ausilio del Dipartimento di psicologia dell’Università “La Sapienza” abbiamo realizzato un altro progetto per la scuola secondaria di secondo grado incentrato sulla prevenzione degli incidenti e che fa leva sul riconoscimento di quanto le conoscenze errate, le abitudini sbagliate e le emozioni rappresentino fattori di rischio . Infine, un cenno particolare va al progetto “Il sogno di Brent” . Si tratta di una serie di incontri, rivolti ai ragazzi delle scuole superiori, che prendono spunto dalla visione di un cortometraggio , appunto dal titolo “Il sogno di Brent” , che il Comitato Italiano Paralimpico ha presentato alla Paralimpiade di agosto 2012 e che il Ministero ha patrocinato. La tematica trattata è particolarmente delicata e fa perno sull’incidentalità stradale e sulle disabilità che ne possono conseguire. Anche in questo caso ci siamo avvalsi della collaborazione del l’Università “La Sapienza” per creare un kit formativo adatto ad affrontare la problematica. In conclusione, forti delle positive esperienze fin qui sviluppate, proseguiremo il percorso iniziato, ampliandolo con sempre nuove iniziative, in linea con i più avanzati orientamenti didattici ed educativi del settore.

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