Siamo un “unico insieme” da tutelare, senza se e senza ma
ilTergicristallo.it | il 04, Dic 2015
Pubblichiamo la sintesi che il Segretario Nazionale Studi Ottorino Pignoloni, ha preparato a commento della chiusura dei lavori del Consiglio Nazionale Studi di domenica scorsa.
Su http://iltergicristallo.it/category/tergitv/xiv-congresso-unasca/ è in linea la registrazione della prima parte dei lavori, sicuramente la più emozionante e carica di vitalità, durante la quale ho spiegato quanto fosse per me speciale quella giornata dopo un mese vissuto tra alti e bassi, in un anno che ha decisamente cambiato la mia vita personale, modificandone drasticamente orizzonti e obiettivi primari. Una relazione, la mia, che mi ha obbligato a guardare al prossimo futuro con il giusto realismo, con fiducia ma avendone ben chiara la precarietà, mi impone di ricordare alla futura classe Dirigente i valori che da sempre accompagnano il mio agire e quello dei miei compagni e compagne di questo lungo viaggio. Una grande famiglia quella dell’UNASCA a cui appartengo dagli anni ‘80 e nella quale ricopro ruolo di vertice dal 22 gennaio del 1993 dopo essermi fatto “notare” nel settore, coordinatore Marche e Abruzzo dall’ottobre 1991 quale promotore di un’azione politica che nel 1992 azzerò il tentativo Aci di “farsi esentare dalla 264/91” nel Regolamento all’allora nuovo Codice della Strada (il celeberrimo art. 335).
Ricordando le figure di Solci e Ferrari quali esempi nel cosa volesse dire allora essere CONSULENTI e i Colleghi Autoscuole Lussignoli e Benicchi (come tanti altri, vedi Proietti ad esempio) che, malgrado fossero poco o niente interessati direttamente al nostro mondo, mi hanno aiutato “concretamente” per affermare le istanze degli Studi con la logica dell’essere semplicemente UNASCA (il valore dello stare insieme, dell’unità d’intenti). E poi gli esempi di tanti Colleghi, come Tonino Sorgentone e Pino Greco, di come ci si sente costantemente impegnati per la Categoria. In buona sostanza cosa significa essere Unasca, sentirsi Consulente, amare il proprio Lavoro e farlo con Dignità e a testa alta (senza paura di condizionamenti, ostacoli, difficoltà), con Etica Professionale e nella Legalità. Ancora più questi valori debbono essere il riferimento nei comportamenti dei Dirigenti Unasca perché Unasca operando con serietà, credibilità e nell’interesse generale, è molto considerata e rispettata in ogni ambito. La coesione, la sinergia e il confronto devono quindi ispirare il loro agire ad ogni livello, soprattutto nell’ascolto delle istanze degli Associati sempre, con disponibilità e umiltà ma nel reciproco rispetto, naturalmente!
Gestendo LE DIVERGENZE CON ATTEGGIAMENTO POSITIVO, come con grande acume ha ricordato un Collega “straordinario” (associativamente parlando) quale è Renzo Fracchia (il mio opinionista preferito del Tergicristallo), che mi scrive: “Le divergenze sono sempre potenziali risorse, cioè vanno intese come luogo nel quale potersi esprimere, rafforzando la propria autonomia o il senso di reciproca appartenenza. Il primo approccio ai contrasti può non risultare facile, dare fastidio, perché sono sempre molteplici gli elementi che, sommati fra loro, concorrono nel rendere arduo pensarli realmente come risorse. Ma cambiare l’orientamento agli scontri significa compiere una rivoluzione copernicana nelle relazioni: le divergenze sono esse stesse una forma di relazione e andrebbero viste come necessarie e non accidentali, perché aiutano a svelare meglio la realtà e così costituiscono quasi sempre importanti occasioni di apprendimento ed evoluzione personale e associativa”. Parole sante!
Questo lo spirito che, dal mio punto di vista, deve animare la vita associativa, naturalmente dando per scontato che le divergenze siano reali e non strumentali, nell’ottica del noi anziché dell’io, altro nostro costante punto di riferimento del lavoro da svolgere. Concetti questi che devono “ispirare” il lavoro di tutte le realtà del nostro mondo associativo perché Unasca, Gruppo Sermetra e Centro Studi Ferrari sono un “unico insieme” da tutelare, senza se e senza ma, perché nel farlo difendiamo il LAVORO quotidiano, la CREDIBILITA’ della Categoria e l’IMMAGINE dell’Associazione.
Perché questo INSIEME, per chi non ha vissuto gli anni ‘90, e grazie alla 264/91, ha trasformato in realtà quello che allora si riteneva pura follia, passacarte (come eravamo considerati nella migliore delle ipotesi, inutili) diventati quelli che oggi siamo, perché siamo, peraltro, utili alla collettività al pari delle PP.AA. che allora ci disprezzavano quando andava bene mentre oggi ci temono, che è ben altra cosa. Dei temi che caratterizzano il programma del momento e di quelli del prossimo futuro ne parleremo in altra comunicazione. La Segreteria Nazionale, dopo il passo indietro dei Colleghi Luigi Michelini, Liborio Salamone e Michele Zanetti, che continueranno a fornire il loro contributo “nazionale” in altra forma, ha visto subentrare i colleghi Francesco Osquino (di Pordenone), Santo Petrellese (di Napoli) e Giancarlo Sangalli (di Milano) che da anni si impegnano in prima persona nel solco dei predetti valori.
Un cambiamento che si è basato sugli obiettivi che il Coordinamento Nazionale dei Dirigenti nazionali, regionali e alcuni locali, coinvolti negli anni (e nei mesi) scorsi dalla Segreteria Nazionale Studi, ha ritenuto essere tali ovvero persone con la massima disponibilità possibile a interloquire con il territorio, a sostenere l’azione politica del Segretario Nazionale e confrontarsi con le innovazioni tecnologiche. Un bel Congresso, un gran bel Consiglio Nazionale che solo un mese fa nella mia testa sembravano dover convivere in un clima di generale malcelata tristezza, quasi di sconforto o di rabbia per gli eventi negativi e le assurdità operative che ci circondavano e ci condizionano da ogni profilo, uno stato d’animo che invece siamo stati in grado di spazzare via assieme con il sorriso, con la passione, con l’impegno, con l’amore verso noi stessi e il lavoro che facciamo quindi verso l’Unasca. Un gran segno di vitalità anche per me e di questo Vi ringrazio. Una gran bella famiglia, l’UNASCA.
Ottorino Pignoloni