Ubriaco provocò un incidente, la sentenza: “In discoteca a spiegare i rischi dell’alcol”
unasca | il 28, Set 2017
Un 59enne provocò un incidente mentre si trovava in stato di ebbrezza. Il giudice ha sospeso il procedimento e disposto la messa alla prova per sei mesi presso l’Associazione vittime della strada
Una condanna dal sapore creativo, ma che certamente fa pensare a come si possa anche rinunciare alla classica condanna da catalogo, per provarne una più esemplare. Succede a Milano, dove un 58enne, dopo per aver provocato due anni fa un incidente stradale guidando in stato di ebbrezza, svolgerà un lavoro di pubblica utilità nell’Associazione dei familiari delle vittime della strada, piazzando sul parabrezza delle auto o consegnando alle persone le cosiddette «multe morali» quale contenuto del progetto di messa alla prova valsogli ora davanti al giudice la sospensione del processo penale per sei mesi.
Introdotta nel 2014 anche per i maggiorenni sulla scia della pluriennale esperienza positiva tra i minorenni, la messa alla prova è un istituto giuridico con il quale lo Stato prende in considerazione la possibilità di rinunciare alla propria potestà punitiva di un catalogo di reati sotto i 4 anni di pena massima, a condizione però che abbia successo un periodo di prova dell’imputato sotto la guida e il controllo dell’autorità giudiziaria. Prova di che? Della responsabilizzazione dell’autore del reato, e anche della ricomposizione di un rapporto tra l’autore del reato e la vittima, o (laddove non vi sia una vittima diretta) con la collettività. Così, a fronte della sospensione del procedimento per 6 mesi, l’imputato affidato all’Uepe svolgerà un lavoro di pubblica utilità nella onlus «Associazione familiari e vittime della strada». E cioè dovrà “distribuire fuori dalle discoteche, a Milano e nell’hinterland, materiale con un messaggio di sensibilizzazione contro l’uso dell’alcol alla guida”, e partecipare ad un progetto che “consiste nell’individuare persone che commettono infrazioni (quali il telefono alla guida o il mancato uso delle cinture), e consegnare loro una cartolina con la quale vengono illustrate le conseguenze”. Il 9 aprile 2018 le parti si rivedranno in Tribunale per fare il punto dell’esperimento in una apposita udienza, e, se la messa alla prova avrà avuto esito favorevole, il giudice dichiarerà estinto il reato.