L’ingegnoso meccanismo di frode veniva perpetrato mediante l’acquisto di autovetture nuove di lusso (quali Porsche, Ferrari ed altri marchi premium) da Paesi Europei, ma puntualmente immatricolate in Italia come veicoli di “seconda mano” o “usati” per eludere il pagamento dell’Iva.
Commercializzavano autovetture di lusso provenienti da Paesi dell’Unione Europea, realizzando un giro d’affari milionario ma, attraverso vari artifizi, frodavano il Fisco, omettendo di versare le imposte dovute e di presentare le dichiarazioni fiscali. A scoprire la sofisticata frode fiscale sono stati i Finanzieri del Comando Provinciale di Frosinone a conclusione dell’operazione denominata “CAR JUMPING”, condotta nei confronti di 5 imprese operanti nel settore della compravendita di autovetture, tutte con sede nel sorano. L’ingegnoso meccanismo di frode veniva perpetrato mediante l’acquisto di autovetture nuove di lusso (quali Porsche, Ferrari ed altri marchi premium) da Paesi Europei, ma puntualmente immatricolate in Italia come veicoli di “seconda mano” o “usati” per eludere il pagamento dell’Iva. Le indagini condotte dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Sora hanno permesso, in particolare, di riscontrare come le autovetture nuove di fabbrica venivano di fatto acquistate dagli stessi imprenditori italiani investigati presso operatori economici (in larga parte tedeschi) e portate direttamente in Italia, mentre sotto l’aspetto formale (attraverso il ricorso a false fatturazioni o false autocertificazioni) venivano intestate a persone residenti all’estero, generalmente bulgari. In tal modo, le autovetture nuove figuravano fittiziamente “usate”, e come tali venivano presentate per l’immatricolazione in Italia, per essere poi successivamente vendute ai clienti italiani a prezzi nettamente inferiori a quelli di mercato, creando così una concorrenza sleale a danno degli operatori economici onesti. All’esito delle indagini di polizia economico-finanziaria, sviluppate anche passando a setaccio i conti correnti intestati alle società e agli imprenditori coinvolti, sono stati quantificati ricavi non dichiarati al Fisco per oltre 45 milioni di euro ed un’Iva evasa per 10 milioni di euro; l’ammontare delle fatture false utilizzate per celare le reali transazioni commerciali poste in essere dai soggetti responsabili è di oltre 400.000 euro. Sono 16 le persone a vario titolo denunciate presso le Procure della Repubblica di Cassino e Frosinone per reati tributari (omessa presentazione delle dichiarazioni annuali ai fini delle imposte dirette ed indirette, emissione ed annotazione di fatture relative ad operazioni inesistenti, false attestazioni).