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martedì 3, Dicembre 2024

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Cima

E lo smartphone divenne etilometro

E lo smartphone divenne etilometro

| il 14, Feb 2017

Si chiama Floome ed è una startup padovana che ha realizzato un dispositivo da collegare allo smartphone, che permette ai guidatori di verificare il proprio tasso alcolemico in pochi secondi. Nel frattempo la Corte di Cassazione ha depositato ieri la sentenza 6636/2017 che chiarisce che la rilevazione del tasso alcolemico è valida anche laddove l’apparecchio segnali “volume insufficiente”.

Si chiama Floome ed è una nuova app che trasforma uno smartphone in un etilometro. La novità arriva dal Veneto, precisamente da Padova e da un gruppo di ragazzi che l’ha inventata. Floome è uno strumento che permette ai guidatori di verificare il proprio tasso alcolemico in pochi secondi e di usufruire di servizi e informazioni con lo scopo di evitare danni, incidenti e multe. L’applicazione, inoltre, si scarica gratuitamente e permette di visualizzare direttamente sullo smartphone il tasso alcolico misurato con il dispositivo. L’app permette, in caso si sia alzato troppo il gomito, anche di chiamare un taxi o un amico per farsi dare un passaggio a casa. Ma Floome indica anche i locali dove poter mangiare qualcosa e far passare del tempo prima di mettersi al volante. Insomma, si tratta di un bel dissuasore per bloccare le persone a guidare sotto l’effetto dell’alcool. Un’idea tanto semplice quanto geniale. Che ha fruttato ai suoi creatori anche una serie di finanziamenti per lo sviluppo. Come quello arrivato da AXA Strategic Ventures, il fondo di investimento del Gruppo assicurativo AXA, e Invitalia Ventures SGR, che hanno portato a termine il primo round d’investimento da 750 mila euro. Ieri, intanto, la Corte di Cassazione ha depositato la sentenza 6636/2017 che chiarisce che la rilevazione del tasso alcolemico è valida anche laddove l’apparecchio segnali “volume insufficiente”. La scritta va interpretata solo come un messaggio di servizio e non come un “inequivocabile messaggio di errore” e prova solo il fatto che la quantità di aria soffiata è stata minore di quella necessaria per una misurazione ottimale.

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