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Giro di vite contro gli smartphone: sequestrati dopo un incidente

Giro di vite contro gli smartphone: sequestrati dopo un incidente

| il 02, lug 2018

La novità arriva dal Friuli Venezia Giulia, dove la Procura di Pordenone ha emanato una direttiva per rispondere all’appello della polizia stradale friulana che chiedeva il da farsi in caso di gravi incidenti

Quando si parla auto e sicurezza stradale si è abituati a sentir parlare di ritiro della patente o sequestro dell’auto: da adesso, almeno in Friuli, le forze dell’ordine accorse sul luogo di un incidente potranno requisire anche smartphone, tablet, e altri apparecchi tecnologici. L’indicazione arriva dalla Procura di Pordenone, che su input della Procura generale di Trieste ha emanato una direttiva per rispondere all’appello della polizia stradale friulana che chiedeva lumi circa le modalità d’azione in caso di tragedie. Risposta: l’autista coinvolto in un sinistro grave (quelli con morti o feriti) dovrà quindi collaborare con la polizia consegnando il telefonino e ogni altro «device» reperibile nell’abitacolo per consentire di verificare immediatamente eventuali interferenze con la condotta di guida.

Chi invece avrà la tentazione di celare il proprio cellulare o qualsiasi altro apparecchio tecnologico, verrà perquisito personalmente. È tuttavia naturalmente prevista la facoltà di farsi assistere da un avvocato, e qualora non emergano elementi di prova, tutta l’«attrezzatura» verrà restituita al legittimo proprietario. Si tratta dunque di un ulteriore giro di vite in tema di sicurezza, dopo che nel 2016 era stato introdotto il reato di omicidio stradale, anche perché il numero di incidenti provocati dalla superficialità di chi guida dedicandosi contemporaneamente ad altre attività è purtroppo in costante aumento.

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