Rabbia sulla strada. Ciceri: insegnare la comunicazione durante i corsi di guida
ilTergicristallo.it | il 11, Lug 2017
Nell’intervista al Corriere della Sera la professoressa Maria Rita Ciceri, docente di Psicologia generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – dove dirige anche l’Unità di ricerca in Psicologia del traffico – evidenzia come cedere alla collera, a bordo del proprio veicolo, sia un rischio anche per le persone più tranquille.
L’incidente che ha sconvolto la Val di Susa, in cui il van condotto da Maurizio Di Giulio ha speronato la moto cui cui viaggiavano Elisa Ferrero, morta sul colpo, e Matteo Penna, attualmente ricoverato al Cto di Torino, ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica il problema della rabbia sulle strade e dei pericoli che ne derivano. “Quando si guida” ha commentato sulle pagine de Il Corriere della Sera Maria Rita Ciceri, docente di Psicologia generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – dove dirige anche l’Unità di ricerca in Psicologia del traffico – “si può esplodere una tale aggressività che si assumono comportamenti e atteggiamenti che mai si avrebbero in altri contesti”.
Nell’intervista la professoressa evidenzia come cedere alla collera, a bordo del proprio veicolo, sia un rischio anche per le persone più tranquille. “Sbaglia chi pensa che non saper gestire la collera sia solo una tendenza di chi è incline a scadere nell’ira”. Il pericolo di farsi trascinare dalla rabbia, in particolare, si manifesta nelle situazioni di traffico congestionato, durante le quali si può scivolare in atteggiamenti offensivi o di sfida.
Insultare gli altri utenti della strada, far gestacci, suonare il clacson o, nei casi più estremi, aggredire fisicamente il prossimo, sono comportamenti tristemente tipici sia tra le donne – che, tuttavia, raramente arrivano alla violenza fisica – che tra gli uomini. “Con la nostra unità di ricerca, insieme alla collega Federica Biassoni – ha spiegato la professoressa -, abbiamo condotto studi da cui è emerso che l’auto fornisce al guidatore l’idea di essere all’interno di una corazza che lo protegge al punto tale da “affrontare” il prossimo con meno timore: così, compie azioni che fuori dall’abitacolo non farebbe mai”.
Quali soluzioni mettere in pratica, quindi, per risolvere il problema della rabbia durante la guida? “Durante i corsi di scuola guida – ha proseguito Ciceri -, ai candidati al conseguimento della patente, oltre a insegnare le manovre corrette al volante e le norme della circolazione da rispettare, occorrerebbe far studiare – e approfondire – anche la comunicazione tra utenti della strada che è la base per un uso civile di questo spazio pubblico. Se prima di ottenere la licenza di guida si avessero le basi per decodificare il comportamento degli altri, i diverbi calerebbero”.