Salerno: le autoscuole contro la Provincia
unasca | il 27, Nov 2017
Un’autoscuola aperta a Matinelle a 70 metri di distanza l’una dall’altra. È stato questo a scatenare l’ira delle autoscuole della provincia di Salerno, in rivolta contro il dirigente che ha rilasciato il nulla osta.
Si è svolta nella sede del Centro d’Istruzione Automobilistico Car di Salerno – che raggruppa il 95 per cento autoscuole salernitane – una riunione con le organizzazioni sindacali di categoria Confarca e Unasca, insieme con la maggior parte dei titolari di autoscuola, alla luce del ‘nulla osta’ rilasciato dalla Provincia di Salerno il 23 novembre con il quale è stata data l’autorizzazione, dopo un parere dell’Avvocatura della Provincia, all’apertura di nuova autoscuola sul territorio provinciale. Una decisione che ha sollevato tutto il settore, impegnato nelle ultime settimane in un confronto con Palazzo Sant’Agostino per la stesura del nuovo regolamento provinciale delle autoscuole e dei centri di istruzione automobilistica, che superi quello attualmente vigente dal 2011.
I titolari delle autoscuole e dei consorzi e le organizzazioni sindacali di categoria ritengono che con il rilascio del ‘nulla osta’ da parte del dirigente competente della Provincia di Salerno Domenico Ranesi non sia stato rispettato quanto stabilito dall’attuale regolamento provinciale per quanto concerne le distanze da tenere tra un’autoscuola e l’altra. Ad oggi, infatti, i limiti stabiliti dal regolamento del 2011 sono di 200 metri per le autoscuole situate nello stesso Comune e di 500 metri per le quelle situate nei Comuni limitrofi, anche se in province diverse. Con questo provvedimento, sostengono i titolari di autoscuole, si è scavalcato l’autonomia politica del Presidente della Provincia e dell’intero consiglio provinciale. “Con una decisione unanime abbiamo dato incarico al nostro legale di fiducia di procedere affinché chieda innanzitutto alla Provincia di revocare in autotutela l’autorizzazione all’apertura delle nuove autoscuole. Se, entro quindici giorni, non otterremo una risposta, ci rivolgeremo anche ai tribunali amministrativi e alla Procura della Repubblica per chiedere di verificare l’esistenza di eventuali responsabilità penali e civili”.