Spagna: indagine sull’uso di sostanze psicoattive alla guida
Il 36% dei conducenti iberici, tra quelli sottoposti a narcotest, risulta positivo e un indicente su due è provocato da conducenti che hanno assunto droghe. Sono questi i risultati di un’indagine nazionale condotta in Spagna, per la prevenzione della guida sotto le sostanze psicoattive. Si tratta della sessione spagnola del progetto Driving under the Influence of Drugs. Alcohol and Medicines (Project DRUID), che ha raccolto i dati dopo un anno di analisi sui controlli effettuati sulle strade spagnole da parte della Guardia Civile, della Polizia Nazionale e delle Polizie Locali. Sono stati eseguiti 3 milioni di alcoltest e il 2% dei conducenti è risultato positivo, dato che sale al 5% nel caso di controlli effettuati a seguito di incidente. Come riporta La Repubblica, l’Asaps ha spiegato che “mentre in Italia il rapporto Istat/Aci non accerta affatto le ebbrezze, siano esse quelle legate al consumo di alcol che quelle dovute invece agli stupefacenti, in Spagna si parla genericamente, ma più correttamente, di sostanze psicoattive”, il cui consumo è accertato nel 12% dei conducenti. Il 43% dei conducenti uccisi (240 su 557), secondo lo screening autoptico effettuato dall’Istituto Nazionale di Tossicologia e Scienze Forensi, aveva assunto queste sostanze: il 67% aveva assunto alcol, il 35% droghe e il 33% psicofarmaci. Secondo i dati, il 44% dei pedoni uccisi (71 su 161) aveva fatto uso di sostanze psicoattive. “Investigare su un delitto stradale – spiega l’Asaps – paga sempre, in primis perché conoscere la verità su un evento può aiutare a prevenirne la ripetizione; inoltre, la verità può risultare favorevole all’investitore e non sottoporlo a ingiusta condanna. Fatte le dovute proporzioni, la droga arriverebbe a uccidere sulle strade iberiche circa mille persone all’anno”.