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domenica 24, Novembre 2024

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Cima

Sulla buona strada, con i più piccoli

Sulla buona strada, con i più piccoli

E’ iniziata il 18 novembre scorso la nuova campagna dedicata alla sicurezza da parte del Ministero dei Trasporti: questa volta i protagonisti sono i più piccoli. Ne parliamo con Paola Calamani, Dirigente della Divisione Tre della DG Sicurezza Stradale

 

Nei nuovi spot sono i bambini a spiegare ed educare gli adulti su come comportarsi correttamente sulle strade. Perché questa scelta?

“I nuovi spot puntano a un’azione di costante informazione. La responsabilizzazione di chi guida e di tutti gli altri utenti della strada è l’infrastruttura fondamentale per aumentare la sicurezza. Per questo il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha deciso di lasciare, in questa terza fase di campagna, iniziata nel 2009, la scena ai soggetti più deboli e vulnerabili, e fare in modo che la sicurezza sia vista questa volta con i loro occhi. Abbiamo rinunciato ad un’immagine scioccante che qualche volta fa ottenere risultati opposti e dato a questo tema così importante una dimensione più famigliare”.

La campagna arriva a pochi giorni dall’inizio dell’iter parlamentare della Riforma del Codice della Strada. Quali sono i numeri neri sulle strade e che obiettivi intendete raggiungere?

Abbiamo il dovere di curare l’utenza più debole. I dati relativi al 2012 parlano di un “dimezzamento” delle vittime, ma rimangono 3.653 morti e 264.716 feriti solo nell’anno passato. Dal 2000 per incidenti stradali sono morte 63.941 persone con 3.918.352 feriti e invalidi. Si comunica per educare: comunicazione ed educazione sono infatti due facce strettamente legate fra loro. Ci aspettiamo una grande sensibilizzazione al tema e una “chiamata alle armi” da parte di chiunque voglia utilizzare i materiali per diffondere la campagna.

Quanto soggetti come Unasca possono essere utili ?

Sono fondamentali nel rilancio del messaggio. In questo senso stiamo pensando a diversi protocolli anche per le scuole, come il cortometraggio del comitato paraolimpico che spiega la relazione tra l’incidente stradale, la disabilità, la reazione all’incidente. Ha un grande successo presso i ragazzi e vuole spiegare come affrontare il problema, trasmettendo il messaggio che l’incidente stradale è qualcosa che può succedere a tutti e che, per evitarlo è necessario promuovere la cultura della sicurezza.

I mezzi di comunicazione evidentemente tra i giovani sono fondamentali. Che cosa prevedete oltre agli spot?

In questa prima fase sono stati realizzati tre messaggi: sull’utilizzo dei sistemi di sicurezza in auto per bambini, sulla tutela dei pedoni e contro l’eccesso di velocità, con particolare attenzione alle città che rappresentano gli ambiti di maggiore incidentalità. Sono stati annunciati altri spot relativi alla tutela dell’utenza vulnerabile come ciclisti e motociclisti. La campagna può contare sugli spazi di comunicazione istituzionale delle reti Rai, tv e radio, e su tutti i mezzi di comunicazione stampa, radio, web, Twitter, cinema, affissioni, tv locali. Un’attenzione particolare sarà rivolta ai giovani attraverso il web e i social network, in particolare Twitter.

 

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