Via di Brera, Milano, la prima strada italiana a senso unico in cui i ciclisti possono andare contromano
ilTergicristallo.it | il 14, Mag 2018
L’amministrazione comunale ha selezionato il tratto che va da via del Carmine a via dell’Orso come quello su cui effettuare una sperimentazione a livello europeo che durerà qualche mese, il tempo di capire eventuali benefici sul traffico.
L’European Transport Safety Council (Etsc) ha da poco portato a termine uno studio proprio sui vantaggi e gli svantaggi dell’andare in bicicletta in contromano, mettendo al primo posto il cosiddetto “flusso continuo”. Che è, in estrema sintesi, la possibilità da parte dei ciclisti di proseguire lungo il loro tragitto senza fare deviazioni legate alla gestione del traffico dei veicoli a motore: dove l’auto, lo scooter o il mezzo pubblico non possono procedere per questioni legate alle caratteristiche della strada (come per esempio la larghezza ridotta), una bici potrebbe invece transitare a patto di usare particolare attenzione e prudenza. E chi è in sella non dovrebbe cambiare percorso coprendo una distanza maggiore o strade e incroci più rischiosi. Stando a quanto accertato dall’European Transport Safety Council, il senso unico è una delle disposizioni che influiscono in maniera più negativa sui ciclisti, e dunque sull’incentivo a spostarsi su due ruote. E l’analisi effettuata ha dimostrato che andare contromano non comporti rischi maggiori per i ciclisti, come confermano le sperimentazioni portate a termine con successo in Belgio, Francia, Olanda e Regno Unito: uno studio sul “flusso continuo” effettuato a Bruxelles ha svelato che il pericolo per i ciclisti aumenta esponenzialmente all’altezza di strade primarie e incroci, e non nelle più piccole strade a senso unico. Soltanto il 12,7% di incidenti che hanno coinvolto ciclisti sono avvenuti su strade in cui il contromano era concesso, a dimostrazione che un’eventuale collisione dipende più dalla tipologia di strada che da tutti gli altri fattori. E consentire ai ciclisti di evitare strade trafficate e incroci sfruttando il contromano potrebbe dunque contribuire a ridurre gli incidenti.
Secondo l’European Transport Safety Council grazie all’effetto della “compensazione del rischio”: vedendo i ciclisti circolare contromano gli automobilisti diventerebbero immediatamente più cauti, proprio per evitare incidenti. Non solo: il contromano garantirebbe una maggiore visibilità, consentendo ad automobilisti e ciclisti di valutare meglio la situazione, e i marciapiedi non diventerebbero un prolungamento della strada in assenza di piste ciclabili garantendo anche la sicurezza dei pedoni. Gli incroci, prosegue l’analisi, rappresentano a oggi il più grande pericolo per i ciclisti, a prescindere che possano o meno circolare contromano. Ciò non significa, però, che non possano essere adottati provvedimenti per regolamentare il flusso continuo: per l’European Transport Safety Council le piste ciclabili di questo genere sono raccomandate per strade a senso unico con velocità media di oltre 30 km in aree urbane e 60 in aree extraurbane, e dovrebbero avere una larghezza minima di 1,5 metri e avere aree di attesa per essere certi che non sia mai ostruita; per quanto riguarda invece le corsie ciclabili, l’Etsc ne raccomanda l’uso su strade a velocità media di 30 km/h con un passaggio quotidiano di veicoli inferiore a 1000. Indispensabile, infine, potenziare la segnaletica specifica, soprattutto agli incroci, e prendere in considerazione l’idea di creare parcheggi sul lato opposto rispetto a quello di marcia delle auto: in questo modo, la portiera del conducente si aprirebbe lungo il marciapiede e non lungo la strada, prevenendo incidenti con i ciclisti di passaggio.
(fonte: lastampa.it)