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Cima

Batterie già obsolete? Il futuro della mobilità elettrica parla italiano

Batterie già obsolete? Il futuro della mobilità elettrica parla italiano

| il 10, Gen 2019

Prendete un bus elettrico, svuotatelo delle pesanti e ingombranti batterie e montateci degli “ultra condensatori”. Risultato: la ricarica dalle rete elettrica si può fare al capolinea, in 5 minuti e soprattutto con qualsiasi livello di kWh accumulati. Così la ricarica elettrica, per gli smart bus di E-CO Hev, somiglia più al rifornimento di carburante al distributore. E le aziende di trasporto pubblico non devono tenere fermi i mezzi per lunghe ricariche da 5 o 6 ore. Una tecnologia rivoluzionaria, che potrebbe trasferirsi anche alle automobili e rendere obsoleta l’auto elettrica così come oggi la conosciamo e acquistiamo.

«Gli autobus che abbiamo studiato – spiega l’ingegner Paolo Bernardini, ceo di E-CO Hev -, al contrario dei bus elettrici oggi in commercio, hanno una ricarica flash di pochi minuti, al capolinea, tramite un pantografo collegato alla rete elettrica e hanno la garanzia di avere un’autonomia in tutta la giornata pressoché inalterata. Mentre gli autobus a batteria hanno dei limiti, perché dopo 180-200 km percorsi non hanno più energia, questi ricaricandosi al capolinea non hanno quel problema. Si tratta di una rivoluzione nella mobilità urbana. L’auto deve essere ricaricabile in pochi minuti, dobbiamo fare riferimento a nostra esperienza quando facciamo rifornimento: uno o due minuti al massimo. Certo, avere stazioni di ricarica potenti richiede infrastruttura potente e si avvicina molto di più all’utilizzo dell’auto endotermica e sarà fattibile con gli ultra condensatori o in futuro con le batterie. Il progresso tecnologico arriverà a sistemi sempre più veloci , per i quali è richiesta una collaborazione tra l’azienda costruttrice di veicoli e le aziende che realizzano le infrastrutture di ricariche. Ci si arriverà sebbene ora ci sia molto da fare. Già oggi alcune colonnine possono abbattere i tempi da 30 a 15 minuti la ricarica».

E-CO Hev è la società spin-off e partecipata dallo stesso Politecnico, attiva nel settore dello sviluppo di sistemi innovativi di elettromobilità a ricarica veloce con particolare riguardo ai sistemi di trasporto pubblico locale, per la diffusione di una reale mobilità sostenibile. In particolare sviluppa componenti di accumulo energetico on-board vehicle e moduli di ricarica veloce on-ground, fornendo in Joint Venture con Chariot e Higer l’intero sistema di elettromobilità (SmartBUS e stazioni).

«I nuovi autobus urbani – prosegue Bernardini -, devono essere non inquinanti e essere efficienti, cioè poter operare 24h e costare poco. Da anni studiamo un sistema che fosse efficiente e competitivo nei confronti degli autobus a batteria che necessitano di avere la ricarica notturna che porta via, dalle 4 alle 8 con costi notevoli e mancanza di servizio durante quelle ore. Con la tecnologia a “ultra condensatori”, viene aumentata l’autonomia oltre i 180 km percorribili. Perché li si può ricaricare ogni volta che si arriva al capolinea».

Il risultato è un bus più leggero, senza tutte le tonnellate di elettrochimica delle batterie che pesa di meno e consuma di meno e soprattuto dà più garanzie sulle corse notturne, sino alle 24 ore di continuo se fosse necessario.

«Le batterie tradizionali – continua Bernardini – funzionano bene se caricano dal 20 all’80 per cento, quindi si perdono il 40 per cento di dinamica a parità di kWh. Il condensatore può invece caricare da 0 al 100 per cento in qualsiasi condizione, e così sfrutta di più i kWh che ha a bordo. Non così le batterie, che sfruttano solo il 60 per cento di dinamica e che poi si logorano nel tempo dopo tre o quattro anni presentano degradamento di capacità di accumulare energia del 70/80 per cento. Vuol dire che sono da sostituire, invece l’altra condensatore ha dei cicli di vita 5/6 volte superiore a quello di una batteria.

Gli “smart bus” di E-CO Hev sono stati testati, in Italia, nella città di La Spezia. «Il test su strada è andato molto bene – conclude Bernardini -, sono state fatte numerose prove con l’Università Genova e il Politecnico di Milano con risultati di 0,96 kWh per km di consumo attraverso i test Sort 2, cioè a una velocità commerciale di 16 km/h e un profilo particolare di emissione. Dopo di che quando abbiamo provato gli autobus nel consueto esercizio, e parliamo di consumi nel periodo primaverile o autunnale di 1,10 kWh per km, cioè del 25 per cento più bassi dei concorrenti. E poi pesi più leggeri, maggiore stabilità, contro le due tonnellate di batterie a bordo significa guadagnarne in stabilità. Efficienza aumentata con un pneumatico particolare sviluppato da Pirelli. Vantaggi che si traducono in più spazi per i passeggeri, le batterie sottraggono spazi ai passeggeri. Soprattutto, a parità di passeggeri trasportati c’è bisogno di una flotta minore».

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