Abruzzo, la Motorizzazione alza l’asticella sul controllo delle pratiche automobilistiche
unasca | il 26, Mag 2021
Unasca chiede di alzare l’asticella sulla correttezza della documentazione che gli studi di consulenza presentano alle Amministrazioni negli uffici periferici in Abruzzo. Laddove non sia stato attivata la procedura che autorizza il ricorso al DPR 358, si lavora con il DL98 e si produce il Documento unico. Richiesta accolta dalla dirigente dell’Ufficio de L’Aquila, Gianna Del Fiacco, che ha firmato mercoledì 26 maggio una serie di indicazioni operative per le sezioni veicoli degli uffici de L’Aquila, Pescara, Chieti e Teramo.
«Se gli Studi di consulenza presentano documentazioni cartacee fuori dalle normative – spiega Gilberto Negretti, componente della Segreteria nazionale Studi –, devono essere ripresi dalle Amministrazioni. Occorre perciò intensificare i controlli. Perché uno dei malaugurati effetti deleteri del ricorso indiscriminato al cartaceo, in assenza delle pratiche emergenza, è che assieme alle pratiche si verifichi una migrazione dei clienti verso i consulenti che saltano a piè pari i rallentamenti e gli intoppi procedurali che tanti colleghi hanno dovuto affrontare nei mesi scorsi. Con tutti gli effetti negativi sulla tenuta delle aziende che hanno affrontato convintamente la svolta della digitalizzazione».
Unasca, inoltre, ha chiesto di intensificare i controlli anche sulle operazioni sui veicoli per il trasporto merci in conto terzi. Qui in gioco c’è sia una questione di corretto funzionamento del mercato, che di gettito fiscale per le casse dello Stato, sul filo di lana che corre tra il passaggio di proprietà e il noleggio.
«Abbiamo inoltre chiesto – prosegue Negretti – che gli uffici analizzino attentamente la documentazione presentata per le richieste di carta di circolazione per beni strumentali, che invece potrebbero godere delle agevolazioni per i beni destinati alla rivendita. Per esempio, una motrice di camion che dovrebbe pagare, tra trasferimenti di proprietà e tassa di possesso, circa 2.000 euro, ne verserebbe invece all’incirca 50 euro. La differenza è mancato gettito nelle casse dello Stato, possibile perché si sfrutta una doppia registrazione alle Camere di commercio: sia come trasporto in conto terzi, che per commercio di veicoli. Basta aggiungere un ramo d’azienda che ampia il catalogo dei servizi ed ecco che si può scambiare una minivoltura per un passaggio di proprietà, e agire poi sull’esenzione del bollo. In questo modo, una flotta di motrici evita di pagare il bollo auto a un mezzo che dovrebbe restare sul piazzale in attesa di un acquirente e invece viene di fatto noleggiato. Occorre dunque massima attenzione sui certificati di proprietà, cui deve corrispondere l’effettivo versamento degli oneri dovuti, distinguendo in maniera trasparente tra noleggio e vendita».
(Foto: Unsplash)