Si recita a soggetto
ilTergicristallo.it | il 14, Feb 2014
Un anno fa, il 19 gennaio 213, entrava in vigore la nuova procedura degli esami di guida imposta dalla direttiva 2006/126.
Un vero terremoto, in particolare per gli esami delle categorie A1, A2 e A, che ha visto il cambio di motocicli su cui sostenere le prove, nuovi percorsi e quindi la necessità di reperire nuovi spazi, e da ultimo nuovi esercizi da eseguire. Ancora oggi, ad un anno di distanza, alcune province sono prive di spazi adeguati per poter effettuare le prove esame.
Sono stati affrontati diversi problemi e criticità, sia in sede locale che con la Direzione Generale, con un lavoro continuo di monitoraggio e confronto, che ha dato vita ad una serie disposizioni normative, ordini di servizio, ecc. fino ad arrivare alle ultime circolari relative alla “fase uno”, emanate nel mese di dicembre.
“È palese che un candidato che ha svolto esercitazioni e superato un esame di guida in condizioni di traffico differenziate, a velocità diverse, in diverse ore del giorno e in condizioni di visione notturna sia più sicuro e consapevole.”
Ci auguriamo che il 2014 diventi l’anno in cui verranno perfezionate e messe a punto tutte le procedure di esame per garantire uniformità, sicurezza e operatività, innanzitutto per il bene dell’utenza e di conseguenza per gli operatori professionali, ma soprattutto per la sicurezza stradale nel suo complesso. Non dobbiamo dimenticare che il fine delle norme, comunitarie e nazionali, è quello di garantire standard più elevati di esame per avere conducenti più sicuri e preparati, al fine di ridurre il numero degli incidenti stradali e garantire una circolazione sostenibile.
Da questo punto di vista è possibile tracciare un primo bilancio. Sicuramente il livello dell’esame, e di conseguenza della preparazione, è migliorato. La fase uno, pur con tutte le criticità riscontrate, è l’occasione per insegnare praticamente, e non solo virtualmente, come effettuare alcuni controlli sul veicolo: pensiamo a quanti conducenti non sanno neppure dove si trova il dispositivo di apertura del cofano della propria autovettura o dove è alloggiata, quando esiste, la ruota di scorta. Far diventare queste operazioni materia di esame, rafforzandone l’importanza, comporta che il candidato si abitui e interiorizzi gesti e comportamenti apparentemente banali, come allacciare la cintura di sicurezza o regolare ogni volta il poggiatesta.
Nel momento in cui riusciamo a far interiorizzare e diventare abituale un gesto abbiamo svolto il nostro compito di formatori: è possibile farlo dando importanza e facendo ripetere molte volte quel gesto, non insegnandolo solo al fine di superare l’esame. Altro momento qualitativo è stato l’introduzione della guida su strade extraurbane e su autostrada. Per anni abbiamo vissuto la contraddizione di non poter svolgere esercitazioni di guida in autostrada per un pasticcio normativo. Ora questa possibilità ci è stata riconosciuta, prima con l’introduzione delle “guide certificate” e successivamente con il nuovo tipo di esame.
È palese che un candidato che ha svolto esercitazioni e superato un esame di guida in condizioni di traffico differenziate, a velocità diverse, in diverse ore del giorno e in condizioni di visione notturna sia più sicuro e consapevole. Il legislatore il proprio dovere lo ha assolto, dandoci possibilità e strumenti rilevanti, ora è compito degli attori coinvolti, autoscuole ed esaminatori, recitare la propria parte.
Segretario Nazionale Autoscuole