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Cima

Autoscuole: con “DL Infrastrutture” motociclisti più preparati su sicurezza stradale

Autoscuole: con “DL Infrastrutture” motociclisti più preparati su sicurezza stradale

| il 11, Ago 2022

 

Patenti moto, con il “DL Infrastrutture-bis” nessuna scorciatoia per il passaggio dalla A1 alla A2 e da questa alla A e nemmeno nessun favore alle autoscuole. Con l’esame di guida già sostenuto, ci si può concentrare in autoscuola sulla preparazione alla sicurezza stradale, secondo gli obiettivi del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2021-2030, e di quelli europei di Agenda UE 2030 che fissa per quell’anno la riduzione del 50% delle vittime e dei feriti gravi da incidenti stradali e, infine, di “Vision Zero” al 2050. La conversione in legge di questo decreto ha presentato alcune novità per il Codice della Strada che spaziano dalla classificazione dei veicoli alla mobilità ciclabile, alle sagome dei veicoli, al corso di formazione, presso un’autoscuola, per i titolari di patente A1 che vogliano passare alla A2 o da questa alla A «senza il sostenimento di un esame di guida».

«La novità introdotta dal DL Infrastrutture bis che ha suscitato più clamore e confusione – dichiara Emilio Patella, Segretario nazionale delle Autoscuole UNASCA – anche tra gli addetti ai lavori, è quella sul corso di formazione per il passaggio di patente dei motociclisti. Ci sono due elementi da tenere distinti. Il primo riguarda gli obiettivi che l’Italia e l’Europa si sono date per la sicurezza stradale. Il secondo riguarda la situazione del personale in servizio alla Motorizzazione civile, numericamente insufficiente per far fronte, da Nord a Sud, al conseguimento delle abilitazioni alla guida. Chi si occupa di sicurezza stradale e di formazione dei conducenti dovrebbe tenere presenti i dati Istat sugli incidenti stradali. Nel 2021, in Italia, ci sono stati 2.875 morti in incidenti stradali. Il dato è in aumento del 20 per cento rispetto all’anno precedente. Di questi, 695 erano motociclisti. Senza contare i 204.728 feriti, in aumento di oltre il 28 per cento rispetto al 2020 e ai 151.875 incidenti stradali».

È in questo contesto che si inserisce la decisione del Legislatore a favore di una «formazione adeguata», che è una possibilità, non l’unica scelta percorribile per i motociclisti. La direttiva sulle patenti 2006/126/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, dal 20 dicembre 2006 dà la possibilità di approfondire e sviluppare maggiori capacità di condurre motocicli con il supporto di istruttori di scuola guida esperti. «Definire la norma come un favore alle scuole guida, mostra superficialità. La formazione adeguata non sostituisce in toto, ma si presenta come alternativa all’esame di guida per la verifica delle capacità e dei comportamenti. L’allievo che intenderà conseguire la patente A2 o A con le attuali modalità, cioè con l’esame di guida, sarà libero di continuare a farlo», aggiunge il Segretario nazionale delle autoscuole UNASCA Emilio Patella.

Infine, le tempistiche per la formazione adeguata. «L’attuazione della norma non partirà immediatamente. Inizierà appena il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili avrà individuato l’intero iter formativo ed amministrativo, che dovrà essere regolato da disposizioni ben precise. È difficile fare previsioni, ma sicuramente non entro il mese di agosto come molti hanno infondatamente annunciato. Infine, condizione indispensabile al rilascio della patente di guida con le nuove disposizioni, per quanto riguarda la categoria A2 o la categoria A, è che il candidato abbia acquisito un’esperienza di almeno due anni su un motociclo rientrante nella categoria A1 o nella categoria A2», conclude Patella.

(Foto: Jakob Sisulak/Unsplash)

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