Documento unico, Studi Unasca: sistema non è pronto per il 31 marzo
unasca | il 22, Gen 2021
Il Documento unico non può partire in modo completo il 31 marzo, occorre più tempo. Ecco perché gli Studi di consulenza automobilistica e nautica Unasca, intervenuto all’audizione delle commissioni riunite I e la V (affari costituzionali e bilancio) in merito al decreto “milleproroghe” hanno chiesto al Parlamento di comprendere lo sforzo fatto dalla categoria per aggiornare i propri strumenti di lavoro, lo sconforto nel constatare che le procedure producono ancora molti rallentamenti e quindi perdite economiche sino a che le pratiche restano “sospese” e, infine, di inserire nel Milleproroghe un nuovo termine per completare la fase di avvio, ora prevista per la fine del prossimo marzo.
Per il nostro settore c’è la necessità di prorogare l’avvio definitivo del Documento Unico di Circolazione istituito con Decreto Legislativo 98/2017 – ha spiegato ai componenti delle due commissioni riunite venerdì 22 gennaio, il Vice segretario nazionale Francesco Osquino -. Siamo fortemente favorevoli a questo processo di digitalizzazione, ma non possiamo subire ancora disagi. Nonostante gli importanti sforzi profusi da Amministrazioni e Software House, questo processo crea disagi e rallentamenti. Raccogliamo, da parte dei nostri Associati, la stanchezza e la frustrazione dopo un anno di sacrifici. Ad ogni implementazione dei processi digitali, se non precedentemente testati, si vivono disagi che generano importanti costi per le Agenzie, in quanto vi sono blocchi del sistema e le pratiche rimangono “appese”. È necessario quindi il giusto tempo affinché le implementazioni possano essere introdotte senza impatti negativi su imprese e cittadini. Il 31 marzo 2021, non consente di garantire una fluida introduzione delle implementazioni digitali mancanti, che tra l’altro ora coinvolgono settori importanti dell’economia nazionale, come quello dei veicoli con titolo autorizzativo e quindi il trasporto di cose e persone».
«In questo periodo di restrizioni dovute al Covid – ha proseguito Osquino –, per effettuare un passaggio di proprietà, il cittadino deve prendere appuntamento presso i nostri uffici sia per evitare sovraffollamenti, sia per tracciare gli ingressi. Quando i sistemi non funzionano o sono rallentati aggravano questa situazione, con persone che attendono in coda, con anziani e persone fragili che si vedono costretti a tornare o ad effettuare una nuova prenotazione perché risulta impossibile raccogliere una firma su tablet o stampare un documento a causa del blocco del sistema. Il cittadino, da parte sua, vede i processi e le novità non funzionare, dando una lettura errata degli importanti cambiamenti in essere, i quali necessitano semplicemente di più tempo per essere testati e resi obbligatori. Crediamo quindi che una proroga nei termini di avvio completo del Documento Unico possa aiutare tutti a lavorare meglio e offrire un servizio migliore e, inoltre, che quando le relazioni digitali si sostituiscano alle relazioni umane, si crea un serio problema sociale. Lo stiamo vivendo tutti i giorni con la chiusura forzata nelle nostre case e nei luoghi di lavoro. I nostri uffici, oggi più che mai, sono quel luogo sociale che unisce la necessità di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione al cittadino, attraverso la relazione umana. Siamo convinti che questo ruolo sociale, soprattutto con i cittadini più fragili, rivesta un’importanza che non può essere trascurata e questo tipo di intermediazione sia in futuro sempre più indispensabile».