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Il caso patenti false Caserta: il commento del Segretario Autoscuole Patella

Il caso patenti false Caserta: il commento del Segretario Autoscuole Patella

| il 06, nov 2015

E’ certo che anche chi cerca l’autoscuola o l’ente “truffaldino” commette un reato e non può certo scusarsi con l’ignoranza o la superficialità.

Molto scalpore, soprattutto sui social, ha avuto l’articolo di cronaca che riportava la notizia del sequestro di oltre 150 patenti/CQC da parte della Polizia Stradale  in Provincia di Caserta.  Lo stesso articolo, ripreso anche sul Tergicristallo on line,  parla di 15 avvisi notificati a titolari di autoscuole con accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e di falso documentale. L’inchiesta è stata aperta nel 2011. Non conosciamo i particolari e non sappiamo come andrà a finire, ma alcune riflessioni sono d’obbligo.

In primo luogo la conferma che il nostro impegno sulle parole d’ordine “legalità, professionalità e sinergia” vada rafforzato. Episodi come questo gettano discredito sull’intera categoria delle autoscuole e mettono in cattiva luce il lavoro di molti operatori onesti e professionali.  Quindici autoscuole, appartenenti ad un unico consorzio nella stessa provincia danno  l’idea di un andazzo comune e generalizzato. Non è così ed è necessario ribadirlo  con forza. Unasca si batte perché le autoscuole continuino a mantenere  la competenza nel campo della formazione professionale (ricordo che in molti Paesi della Comunità Europea non è così) e che continuino ad avere il compito di certificare l’avvenuta formazione. Inoltre, in collaborazione con il Centro Studi Cesare Ferrari, promuove momenti di formazione approfondita per i titolari di autoscuola e i loro docenti e collaboratori, anche con la collaborazione del mondo universitario, come dimostra  ad esempio, la recente istituzione di un percorso di laurea in “consulente dei trasporti” appena istituito in collaborazione con l’Università di Macerata o la collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, Unità di ricerca di Psicologia del Traffico. Stiamo anche preparando una piattaforma in modo da offrire alle aziende e  al mondo dell’autotrasporto una “rete” di autoscuole e di centri di istruzione di qualità, che lavorano in sinergia, a cui le stesse potranno rivolgersi per i propri dipendenti in modo da avere una formazione sicura, certificata e di qualità. Il secondo aspetto della questione è il coinvolgimento  a livello penale anche dei partecipanti, a cui è stata sequestrata la patente. E’ certo infatti che anche chi cerca l’autoscuola o l’ente “truffaldino” commette un reato e non può certo scusarsi con l’ignoranza o la superficialità.

Ultimo elemento di riflessione riguarda le procedure burocratiche, a volte fastidiose, che regolano i corsi della carta di qualificazione o altri corsi nei quali è richiesto l’obbligo di frequenza. Sono proprio queste documentazioni, le firme dei partecipanti e del personale docente, l’elemento di prova in caso di contestazione di irregolarità o di reato. Pertanto seppur fastidiose sono importanti e vanno considerate come un elemento di salvaguardia degli operatori onesti. Unasca continuerà a difendere la legalità, a promuovere la professionalità e la sinergia, anche con azioni legali a difesa degli operatori onesti.

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