La Cassazione reinterpreta il semaforo giallo
ilTergicristallo.it | il 12, Ago 2015
L’ultima sentenza, depositata il 16 luglio scorso, chiarisce come comportarsi di fronte al semaforo giallo.
L’interpretazione del semaforo giallo è stata, da sempre, oggetto di controversie giuridiche. Dopo la sentenza del 2014, che quantificava in 3 secondi la durata minima da garantire (è l’intervallo di tempo necessario per l’arresto di un veicolo in marcia a 50 km/h), la Cassazione interviene nuovamente sull’argomento e si pronuncia sul comportamento del guidatore in rapporto al semaforo.
L’automobilista, secondo i giudici, è tenuto a rallentare, osservare alla sua destra e alla sua sinistra, e decidere di impegnare l’incrocio solo entro i primi secondi dallo scatto della segnaletica luminosa gialla. Interamente suo il torto in caso non rispetti questa condotta e incorra in un sinistro stradale
“Il riferimento al tempo psicotecnico per arrestare il veicolo al momento dell’accensione della luce gialla – si legge nella sentenza – vale in relazione alla velocità del veicolo e non contravviene alla regola che in prossimità di un semaforo e/o di un qualsiasi incrocio bisogna moderare la velocità in base alle normali regole di comune prudenza”.
“Il solo fatto che un conducente goda del diritto di precedenza non lo esenta dall’obbligo consistente nell’usare la dovuta attenzione nell’attraversamento di un incrocio”
Nella sentenza, poi, la Cassazione chiarisce il motivo della decisione: il diritto di precedenza, approcciando un incrocio, non è sufficiente a ignorare i pericoli che potrebbero derivare dal comportamento imprudente degli altri guidatori, e va quindi moderato da un’applicazione ragionata del Codice della Strada.
“Il solo fatto che un conducente goda del diritto di precedenza non lo esenta dall’obbligo consistente nell’usare la dovuta attenzione nell’attraversamento di un incrocio (artt. 140,141,145 cds) anche in relazione a pericoli derivanti da eventuali comportamenti illeciti o imprudenti di altri utenti della strada che non si attengono al segnale di arresto o di precedenza (Cass. 21.7.2006 n. 16768)”.