Un divieto non codificato in una legge e introdotto in maniera “informale” attraverso una fatwa del Gran Mufti durante la guerra del Golfo, nel 1990, ma un divieto – quello di guidare l’auto – che pesava alla maggior parte delle donne saudite, alcune delle quali sono state arrestate e condannate per aver guidato. Da ieri, con un annuncio in televisione e un evento organizzato a Washington, anche l’Arabia Saudita concede alle donne la patente e la possibilità di guidare. La decisione potrebbe essere stata presa dalla casa regnante saudita per migliorare la sua immagine e reputazione all’estero, molto legate all’idea di un paese chiuso e conservatore. A contribuire al percorso che ha portato all’abolizione è stata anche l’ascesa alla corona del principe Mohammed bin Salman, figlio 32enne del re, che ha cominciato a lavorare per un ambizioso piano di riforme economiche e sociali.
Qualche anno fa, molte donne dell’Arabia Saudita si erano riunite nell’associazione “Women2Drive” e avevano organizzato manifestazioni e proteste per sfidare il divieto, facendo circolare dei video su Internet che le ritraevano mentre erano alla guida di una macchina. Lo scorso dicembre era anche circolato online un video scherzoso e molto ripreso che denunciava le restrizioni subite dalle donne saudite, e quella sulla guida su tutte.