Moto, 2 gennaio: in sella cosa cambia
unasca | il 03, Dic 2018
La data c’è: il prossimo 2 gennaio entrerà in vigore la “nuova disciplina delle prove di valutazione delle capacità e dei comportamenti per il conseguimento delle patenti di guida delle categorie A1, A2 e A”. L’ufficialità è arrivata lo scorso 25 ottobre con una circolare firmata dal dirigente generale della Motorizzazione Civile Sergio Dondolini.
Un cambiamento importante, perché l’esame diventa complesso e richiede una preparazione maggiore del candidato e dell’istruttore. Una delle novità principali riguarda la fase 2 dell’esame, che prevede una prova a velocità minima di 50 km/h con il superamento dell’ostacolo e una brusca frenata. Inoltre, spiega il decreto ministeriale, il tempo impiegato non deve essere superiore ai 25 secondi.
Una prova che richiede una padronanza di guida più avanzata: «Dal punto di vista dei veicoli – commenta Cesare Galbiati, della Segreteria Nazionale Autoscuole UNASCA -, anche se valgono le ‘regole’ del buon senso seguite finora, cioè baricentro basso e il manubrio ampio, saranno senz’altro da preferire moto con ABS e impianto frenante ben bilanciato». Gli fa eco Daniele Bertato, responsabile nazionale per la Sicurezza stradale UNASCA e istruttore di guida: «Ad una velocità più bassa le frenate sono più controllate, mentre adesso il rischio aumenta. I ragazzi d’istinto piantano i freni e a 50km/h c’è il rischio che la ruota si blocchi. A quel punto se si gira il manubrio si è già per terra. Con l’ABS si ovvia a moltissimi problemi. È necessario che le moto siano più nuove possibili e ovviamente che la manutenzione delle ruote sia perfetta».
«A fronte di un aumento della velocità di soli 20 km/h – spiega Francesca Marozza, coordinatore del Dipartimento di Educazione Stradale della Federazione Motociclistica Italiana – l’energia cinetica posseduta dalla moto è quasi triplicata, e questo può causare una difficoltà nella gestione del mezzo. Auspichiamo adeguata preparazione di chi dovrà svolgere gli esami, ma anche di chi dovrà esaminare i candidati, perché non sarà facile individuare la qualità dell’effettuazione tecnica di alcuni esercizi, come ad esempio l’evitamento dell’ostacolo. Si tratta di una prova di esame che permette di conoscere i requisiti minimi necessari per acquisire una patente. Su strada, poi, si troveranno situazioni molto differenti, che possono cogliere impreparati i motociclisti, alla guida di un mezzo instabile per natura. Il candidato dovrà sperimentare la propria capacità di gestione del mezzo quando si inserisce l’ABS. Altro fattore determinante è il fondo stradale sporco o bagnato, in cui una frenata può avere esiti ben differenti da quelli sperimentati in sede di esame dove viene garantito un asfalto pulito».
Se baricentro e seduta bassi agevolano le persone di bassa statura, cambierà qualcosa per le donne in sella? «Quando si frena, la sospensione si accorcia quindi la moto ‘pianta il muso’ e solleva la parte posteriore – spiega Bertato – si rischia quindi di non arrivare ad appoggiare i piedi a terra. È vero che è un aspetto che riguarda in particolare le ragazze, ma se c’è una buona preparazione tecnica non c’entra se il candidato è maschio o femmina, ma se è preparato o meno. Basti pensare che ‘Dani’ Pedrosa è alto 1 metro e 58, ma è un pilota straordinario».
Il nuovo esame non comporta soltanto una maggiore preparazione del candidato, ma anche dell’istruttore. «Deve cambiare la mentalità – dichiara Bertato –, è vero che bisogna adeguarsi a qualcosa di più difficile, ma non è impossibile. Di sicuro non basteranno le 2 o 3 ore di guida, anzi è certo che con un numero di guide così basso ci sarà un esito non positivo all’esame. La difficoltà maggiore non è l’esame, ma arrivarci con la miglior preparazione degli allievi e soprattutto nella massima sicurezza. Il programma didattico deve essere più lungo e l’istruttore deve essere preparato ancora più di quanto lo sia oggi».
Guidare una moto può essere molto pericoloso per sé e per gli altri «soprattutto per chi si improvvisa centauro – conferma Andrea Onori, vicepresidente del Centro Studi Cesare Ferrari -, senza avere avuto previamente una ottima formazione di base da parte di un insegnante ed istruttore esperto, nozioni sulle quali allenarsi in sicurezza con tecniche teoriche e pratiche, indispensabili al raggiungimento di quel livello di consapevolezza e capacità che la guida di questi veicoli richiede». E cosa deve fare un insegnante istruttore per stare al passo con la nuova normativa e arrivare preparato a questo cambiamento? «Sono già molti gli insegnanti istruttori associati UNASCA che hanno deciso di puntare sulla qualità della formazione continuando ad aggiornarsi – spiega Onori – . Il Centro Studi Cesare Ferrari sta organizzando nuovi momenti di alta formazione, studio ed approfondimento incentrati proprio sulle patenti di categoria A1, A2 ed A. I ragazzi cambiano e bisogna affinare gli strumenti per osservarli, conoscerli, capirli, per partire dai loro stili di apprendimento e dalle loro motivazioni nella richiesta di mobilità, in una circolazione stradale in continua trasformazione. Cambiano anche i saperi da proporre agli allievi, le tecniche della comunicazione e della formazione, tenendo in considerazione che oggi l’uso di questo veicolo non è più solo per svago ma anche per motivi di lavoro, e che un acquirente su sei di motocicli nuovi è donna, con un aumento del 32,4% dal 2013 al 2017 (elaborazione del Centro Studi Continental)».
Per un insegnante istruttore diventa infine fondamentale operare in piena sicurezza. Come conferma Sermetra Assistance: le prove pratiche di destrezza e agilità eseguite ad una velocità più elevata rischiano di incrementare l’incidentalità e la possibile entità del danno. Per questo motivo l’azienda sta lavorando su nuove soluzioni per la categoria. Esiste già una specifica polizza, che copre la responsabilità civile verso terzi, e presto si aggiungeranno un ulteriore prodotto assicurativo a tutela degli infortuni occorsi durante le prove pratiche di guida e una polizza per la responsabilità degli amministratori. Tanti ingredienti che rivelano la complessità del nuovo esame e la necessità per gli operatori del settore di essere pronti al cambiamento.