Ue: nuovi standard di sicurezza per i morti sulle strade
unasca | il 16, Feb 2017
E’ di pochi giorni fa la notizia secondo la quale il commissario europeo all’Industria – Elżbieta Bieńkowska – e i ministri dei trasporti di Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Olanda hanno dichiarato ufficialmente che sono necessari nuovi standard di sicurezza sui veicoli al fine di dimezzare, entro il 2020, il numero di morti per incidente stradale: in europa sono circa 26mila ogni anno, a cui vanno ad aggiungersi più di 135.000 persone che subiscono infortuni. Si stima in almeno 100 miliardi di euro il costo sociale degli incidenti mortali o lesioni gravi. Negli ultimi due anni si è registrato un calo relativamente modesto (intorno allo 0,6%) rispetto alla diminuzione media annua (del 6,7%) necessaria per raggiungere l’obiettivo di dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2020. L’idea è quella di rendere obbligatorie alcune tecnolgie “salva-vita”; tra queste, il cruise control adattivo con riconoscimento dei cartelli di limite velocità e la già citata frenata automatica d’emergenza. Non solo. L’obbligo di allacciare la cintura di sicurezza nei veicoli di massa inferiore a 3,5 tonnellate; la direttiva 2003/20/CE dell’8 aprile 2003 prevede l’utilizzo obbligatorio dei sistemi di ritenuta per bambini e delle cinture di sicurezza per tutti i passeggeri seduti su autobus e pullman che ne sono dotati (fatte salve le deroghe per il trasporto locale in zona urbana); l’obbligo di installare limitatori di velocità sui veicoli di oltre 3,5 tonnellate ai sensi della direttiva 92/6/CEE del 10 febbraio 1992; la direttiva 2002/85/CE del 5 novembre 2002 estende l’obbligo di utilizzare limitatori di velocità a tutti gli autoveicoli con più di 8 posti (senza contare il conduttore) destinati al trasporto di passeggeri e di merci di peso compreso tra le 3,5 e le 12 tonnellate; per quanto riguarda le misure di sicurezza attiva, il regolamento (CE) n. 78/2009 del 14 gennaio 2009 concernente l’omologazione dei veicoli a motore in relazione alla protezione dei pedoni e degli altri utenti della strada vulnerabili prevede determinate esigenze per la costruzione e il funzionamento di sistemi di protezione frontale in caso di collisioni frontali dei veicoli e rafforza la tecnologia che permette di evitare con efficacia le collisioni con ciclisti e pedoni; prevede altresì l’installazione di un dispositivo di assistenza alla frenata (BAS) omologato; infine, per migliorare la sicurezza degli utenti della strada riducendo «l’angolo cieco», la direttiva 2003/97/CE del 10 novembre 2003 prescrive per i mezzi pesanti nuovi messi in circolazione nell’UE retrovisori supplementari «antiangolo cieco» (grandangolari, di accostamento e antevisori); la direttiva 2007/38/CE dell’11 luglio 2007 prevede che anche il parco in circolazione sia dotato di tali dispositivi; il regolamento (CE) n. 661/2009 del 13 luglio 2009 abroga la direttiva 2003/97/CE, a partire dal 1o novembre 2014, per rendere applicabili lo stesso tipo di retrovisori ai veicoli immatricolati al di fuori dell’UE; nel 2011 la Commissione ha commissionato uno studio sugli incidenti dovuti all’angolo cieco e ha presentato, nel giugno 2012, la relazione sull’attuazione della direttiva 2007/38/CE, che sottolinea, tra l’altro, che gli incidenti che coinvolgono un veicolo commerciale pesante causano ancora più di 1 200 vittime all’anno e che è quindi necessario proseguire gli sforzi di prevenzione di questo tipo d’incidenti.