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Cima

Unasca al Focus 2R, ecco come cambia la mobilità su due ruote

Unasca al Focus 2R, ecco come cambia la mobilità su due ruote

| il 31, Gen 2018

Presentata la seconda edizione dell’Osservatorio Nazionale Focus 2R che fotografa le politiche di mobilità dedicate a biciclette e motocicli nelle città italiane. Per Unasca erano presenti Cesare Galbiati e il Segretario Nazionale Emilio Patella

Come cambia la mobilità cittadina sulle due ruote? Di questo si è parlato lo scorso 25 gennaio a Milano presso la sede dell’Anci, alla presentazione del secondo report dell’Osservatorio Focus2R – Osservatorio Nazionale Infrastrutture, Sicurezza e Mobilità per le 2 Ruote, la più completa e aggiornata fotografia delle politiche dedicate alle due ruote dai Comuni italiani capoluogo di provincia, alla presenza del Presidente di Confindustria ANCMA, Andrea Dell’Orto; del Direttore Generale di Confindustria ANCMA, Pier Francesco Caliari; del responsabile aree urbane e mobilità di Legambiente, Alberto Fiorillo; del Presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto; del Direttore Generale ANCI Lombardia, Pier Attilio Superti e dell’amministratore unico di Ambiente Italia, Mario Zambrini. Per Unasca erano presenti Cesare Galbiati e il Segretario Nazionale Autoscuole, Emilio Patella.

Secondo il monitoraggio effettuato dall’Osservatorio Focus 2R, il 74% dei comuni interpellati consente l’accesso all’interno delle Zone a Traffico Limitato di ciclomotori e motocicli. È significativo che in una città su 10 l’accesso al centro storico sia consentito ai soli veicoli con motorizzazione elettrica. La circolazione di motocicli e ciclomotori nelle corsie riservate ai mezzi pubblici rimane vietata nella maggioranza delle città, ma la percentuale dei comuni che ne autorizzano l’accesso sale – rispetto alla scorsa rilevazione – dall’8% al 12%. Diversa la situazione delle biciclette, che sono autorizzate a circolare in tutte o alcune corsie riservate in 36 Comuni, pari al 41% del totale. Significativo anche il dato relativo alle città che autorizzano il trasporto delle biciclette sui mezzi pubblici: si tratta di 38 comuni, pari al 40% del totale (nel 2016 erano il 31%). ANCMA ha ribadito quindi che il settore bici è in crescita, ma che deve essere accompagnato dalla crescita delle infrastrutture e della cultura. Mentre il mercato della bicicletta è aumentato, esponenzialmente le piste ciclabili sono aumentate di soli 1000 km in 10 anni e contano solo 4200 km  sull’intero territorio nazionale. Dove si sono sviluppate sono aumentati i flussi economici a testimonianza delle potenzialità del cicloturismo. ““La richiesta di ANCMA  – ha detto Dell’Orto – è che il quadro regolatorio diventi sempre più chiaro, uniforme e favorevole alla diffusione delle due ruote e alla loro sicurezza nel traffico urbano. A monte di questo fenomeno c’è un industria in salute, italiana, che produce ricchezza e occupazione per il Paese: le aziende del settore moto e bici generano un fatturato di 5 miliardi di euro e danno lavoro a 60.000 addetti; l’Italia è leader europeo nella produzione di veicoli a due ruote, sia motorizzati che a pedale, e può vantare una bilancia commerciale in attivo da 25 anni per un valore cumulato superiore ai 17 miliardi di euro“.

Sul fronte della sicurezza si registra, infatti, un diverso livello di attenzione da parte degli amministratori locali rispetto alle misure per migliorare la sicurezza degli utenti inserite nei Piani Urbani per la Mobilità: se il 71% dei comuni dichiara di avere approvato almeno una misura per la sicurezza dei ciclisti (ma il valore è in calo rispetto al 75% del 2016), solo il 26% ha presentato iniziative per la sicurezza dei motociclisti. Un’eccezione è rappresentata dall’installazione di guardrail specifici per la protezione dei motociclisti: il 19% li ha installati, un altro 22% – in aumento rispetto al 18% del 2016 – dichiara di volerli ampliare o utilizzare in futuro per la prima volta.

 

 

 

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