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L’Italia riconosce ufficialmente la CQC della Svizzera

L’Italia riconosce ufficialmente la CQC della Svizzera

| il 16, set 2015

Con la circolare 20583 del 11 settembre 2015 il Ministero ha fornito l’atto di legge che mancava ufficializzando il fatto che Italia e Svizzera “riconoscono reciprocamente i titoli attestanti l’avvenuta qualificazione iniziale e formazione periodica dei conducenti professionali”.

La Svizzera, pur non facendo parte dell’UE, è pur sempre al centro dell’Europa e va da sé che sul suo territorio circolano molti veicoli stranieri provenienti nella maggior parte dei casi da Germania, Italia, Francia e Austria. Oltretutto, sono tantissimi gli italiani che lavorano in terra elvetica, sia residenti che frontalieri, e tra di essi molti sono conducenti di professione.

Non c’è bisogno di dire che in tema di patenti e di autorizzazioni alla guida di vario tipo, tanto più le regole sono allineate e tanto meglio è per tutti, sia per chi fa i controlli e sia per chi vi è sottoposto.
La Svizzera persegue per questo motivo la sua politica europea sulla base di accordi settoriali bilaterali. Dall’Accordo sul libero scambio del 1972 è stata progressivamente creata una rete di accordi sempre più fitta: l’approccio bilaterale permette alla Svizzera di condurre una politica di apertura e di cooperazione con i suoi vicini europei. Dunque la Svizzera ha recepito anch’essa la direttiva 2003/59/CE sull’obbligo di formazione e aggiornamento degli autisti, e ci sono corsi appositi   sia per il primo rilascio che per l’aggiornamento organizzati con le medesime regole esistenti nei Paesi europei. Le autorità svizzere rilasciano una carta di qualificazione del conducente di aspetto leggermente diverso da quello europeo ma sempre in formato smart card (riprodotta nell’immagine a fianco). Questo documento fino a oggi ha suscitato parecchie perplessità agli agenti di controllo italiani, che non avevano gli strumenti legislativi per stabilire se fosse regolare o no.
Con la circolare 20583 del 11 settembre 2015 il Ministero ha fornito l’atto di legge che mancava ufficializzando il fatto che Italia e Svizzera “riconoscono reciprocamente i titoli attestanti l’avvenuta qualificazione iniziale e formazione periodica dei conducenti professionali”.

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