Pirateria della strada: fenomeno che non si arresta
ilTergicristallo.it | il 05, Giu 2017
L’identikit del pirata? Sempre lo stesso. Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini di età varie, quasi sempre sotto i 50 anni spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti e per questo decide di fuggire, sottraendosi alle proprie responsabilità.
La pirateria stradale rimane un fenomeno altamente preoccupante. Secondo il bilancio dell’Asaps gli episodi significativi – quelli che secondo l’osservatorio causano almeno un ferito – nell’anno appena trascorso sono stati 1.192 con incremento del 9,6% rispetto alle 1.087 fughe del 2015, i feriti sono stati complessivamente 1.428 con un aumento di 174, +13,9% rispetto ai 1.254 ingressi al pronto soccorso dell’anno precedente. L’osservatorio prende in considerazione solo gli atti di pirateria più grave, quelli che bucano la cronaca o che i nostri 600 referenti sul territorio selezionano sulla scorta di precisi standard di riferimento. Il numero delle vittime mortali fa invece segnare un netto calo e questa è già una positiva sorpresa. Nel 2016 i morti causati da pirati della strada sono stati 115, tanti certo, ma ben 31 in meno rispetto al 2015 quando furono 146 e una diminuzione del 21,2% veramente importante. Lo studio tiene conto anche della presenza di pirati stranieri, definiti per questo “attivi”. Sono stati 141 dei 659 pirati identificati il 21,4% (il 26,4% nel 2015 è risultato essere forestiero). Sono stati invece 143 gli stranieri soggetti passivi di pirati, pari al 9,3% del totale fra feriti e deceduti. L’ 84,6% degli atti di pirateria – 1.009 contro 183 – avviene di giorno. Ancora una volta sono le categorie deboli della strada, in modo particolare bambini e anziani, a pagare un prezzo altissimo in termini di mortalità e lesività: 147 sono i minori coinvolti, 127 gli anziani coinvolti, rispettivamente il 9,5% e l’8,2%. Tra i minori, quelli di età inferiore ai 14 anni, cioè i bambini, rimasti vittima di questo atto di vigliaccheria stradale gli episodi sono stati in tutto 81 (70 l’anno prima), 3 bambini sono rimasti uccisi (2 nel 2015) (2,6%) e 87 feriti (6,1%). I pedoni sono la categoria più tartassata, con 444 eventi: 54 i morti, pari al 47% dei decessi complessivi (in calo rispetto al 2015 quando furono 76 e il 52% del totale dei morti), e 441 i feriti (30,9%). Infine i ciclisti: 209 gli episodi in netto aumento rispetto ai 155 del 2015, con 22 lenzuola bianche stese (19%) lo scorso anno i ciclisti uccisi furono 19, pari al 13% (+15,8%) e 209 i ricoveri il 14,6% del totale, con un notevole incremento rispetto lo scorso anno quando furono 145 (+44%). La geografia degli episodi vede al primo posto ancora la Lombardia, con 161 episodi (13,5%), al secondo il Veneto con 122, vengono poi l’Emilia Romagna e la Campania con 115, la Toscana con 105, il Lazio 101, la Sicilia 90, la Puglia 77, il Piemonte 60, la Liguria 59 e le altre regioni con numeri inferiori.
L’identikit del pirata? Sempre lo stesso. Nella maggior parte dei casi si tratta di uomini di età varie, quasi sempre sotto i 50 anni (solo 76 le piratesse, ma sono 19 in più rispetto alle 57 del 2015 e una percentuale dell’11,5%rispetto al 9,3% dell’anno prima) spesso sotto l’effetto di sostanze alcoliche o stupefacenti e per questo decide di fuggire, sottraendosi alle proprie responsabilità. Hanno rilievo consistente il timore di perdere i punti della patante e lo stesso documento di guida. Significativi anche i casi di veicoli con assicurazioni scadute o addirittura false.