800 morti sulle strade: ecco come la Direttiva Minniti vuole contrastare il fenomeno degli incidenti
unasca | il 24, Lug 2017
Il Ministro dell’Interno ha emanato una direttiva per prevenire e contrastare tutti quei comportamenti – dall’uso del telefonino alla guida in stato di ebbrezza, fino al mancato utilizzo delle cinture di sicurezza – che sono spesso causa di incidenti stradali. Ecco cosa prevede il documento ministeriale
Più di 800 morti dall’inizio dell’anno, un aumento costante che ha fatto di questi primi sei mesi e mezzo del 2017 il periodo peggiore dal 2001, più di 3.000 sanzioni in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso per l’uso del cellulare alla guida. Ecco allora che il ministro dell’Interno Marco Minniti corre ai ripari contro quello che lo stesso Dipartimento di Pubblica Sicurezza definisce un segnale allarmante, con una Direttiva emanata il 21 luglio che punta a favorire l’impiego diffuso della tecnologia non solo a fini sanzionatori ma, appunto, con l’obiettivo di ridurre drasticamente gli incidenti stradali. Si va dal costante monitoraggio da parte dei prefetti sulla collocazione dei sistemi di rivelazione della velocità, affinché servano esclusivamente ad esigenze di sicurezza stradale, alla verifica annuale delle apparecchiature. Secondo i dati del Viminale, in un contesto di riduzione complessiva delle sanzioni (-10,5%, con una punta del -26,8% per quelle relative a eccesso di velocità) le multe per l’uso del cellulare al volante sono aumentate del 15,1%, passando dalle 23.011 dei primi sei mesi del 2016 alle attuali 26.948.
Il numero complessivo degli incidenti stradali risulta in calo del 3,5% rispetto all’anno scorso (39.049 contro 40.466, al 16 luglio), ma sulle strade del nostro Paese la mortalità è aumentata, raggiungendo livelli che non venivano toccati dal 2001: nei primi sei mesi di quest’anno si sono registrate 800 vittime, contro le 745 della prima metà del 2016 (+7,4%).
Il documento ministeriale comprende nei suoi allegati un disciplinare tecnico aggiornato in base al quale i prefetti, competenti per l’attuazione della direttiva, dovranno intraprendere una serie di nuove misure.
Le novità comprendono:
Il costante monitoraggio sulla collocazione dei sistemi di rilevazione della velocità affinché risultino motivati esclusivamente da condivise esigenze di sicurezza stradale; La riclassificazione e più efficiente definizione dei sistemi di rilevamento della velocità in tre grandi categorie: fissi (es. il Tutor e il Vergilius), temporanei (l’autovelox) e mobili (apparecchiatura utilizzata da un veicolo in movimento); La taratura e verifica della funzionalità delle apparecchiature, che avverrà con cadenza annuale, come peraltro stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 113 del 29 aprile 2015; Una precisa delimitazione delle attività di assistenza tecnica dei soggetti privati, che non devono mai interferire con quella dell’organo di polizia e comunque devono essere svolte sotto il controllo di quest’ultimo; Le spese di accertamento gravanti sul trasgressore, che dovranno essere ben circostanziate e documentate; La possibilità di effettuare riprese frontali con dispositivi da remoto purché si proceda all’oscuramento automatico dell’abitacolo e quindi al non riconoscimento delle persone a bordo del veicolo; Regole più puntuali, utilizzando apposito cartello, per presegnalare e rendere visibili le postazioni di controllo della velocità, che potranno funzionare anche su entrambi i sensi di marcia.