Sicurezza stradale e formazione consapevole: l’appello di UNASCA per un futuro più sicuro

Roma, 22 maggio 2025 – “Non possiamo permetterci che la formazione dei futuri conducenti si limiti a sei ore di guida. Serve un cambio di rotta, culturale e normativo.” Con queste parole il Segretario Nazionale Autoscuole Alfredo Boenzi ha aperto il suo intervento nella Sala Capitolare del Senato della Repubblica, durante l’incontro “Neo patentati: più sicurezza! Giovani, scuole guida e assicurazioni verso l’Europa”, promosso dal Sen. Gianluca Cantalamessa.
Boenzi ha posto l’accento sulla necessità di percorsi formativi più profondi e consapevoli, capaci di andare oltre l’adempimento minimo previsto oggi. “Guidare un veicolo significa assumersi responsabilità enormi: verso sé stessi, verso gli altri, verso l’ambiente. Non possiamo illuderci che sei ore di guida bastino per formare un conducente responsabile. E questo comporta un investimento da parte dei futuri conducenti e delle famiglie che deve essere riconosciuto da tutti per la sua preziosità, a partire da quella sociale”

Sulla stessa linea Andrea Onori, Responsabile Nazionale Sicurezza Stradale UNASCA, che ha sottolineato quanto la percezione del rischio alla guida sia una competenza che va costruita con metodo, esperienza e tempo. “Oggi vediamo ragazzi arrivare alla patente con una minima consapevolezza del pericolo. Dobbiamo affiancare all’insegnamento tecnico una vera e propria educazione alla sicurezza stradale, fondata su moduli che includano simulazioni, formazione al comportamento in situazioni di emergenza, e consapevolezza dell’impatto sociale degli incidenti.” Tutto ciò deve essere svolto facendo sistema con tutti gli attori in campo che perseguono la vision zero”
Entrambi i rappresentanti UNASCA hanno poi proposto l’introduzione di incentivi fiscali per i percorsi volontari di approfondimento sulla sicurezza stradale, rivolti ai giovani. “Una riduzione dell’IVA sui corsi utili al conseguimento della patente di guida – hanno spiegato – rappresenterebbe un segnale concreto da parte dello Stato. Oggi questi percorsi non sono incentivati, nonostante possano fare la differenza tra un guidatore distratto e uno realmente preparato.”
In conclusione, Boenzi e Onori hanno lanciato un appello alle istituzioni presenti affinché la revisione del sistema formativo non venga più rimandata. “La sicurezza stradale inizia dai banchi dell’autoscuola. La vera rivoluzione culturale è lì, nella qualità della formazione che scegliamo di garantire ai nostri ragazzi.”