Art. 10: non ci sono strade comode per evitare il confronto
Le criticità dell’emendamento segnalate dal settore dell’automotive
ANFIA, ANIASA, ASSILEA e UNASCA rappresentative degli operatori della filiera Automotive quali Costruttori, Società di leasing e di noleggio, studi di consulenza automobilistica, sono seriamente preoccupate per i possibili effetti derivanti dall’adozione delle disposizioni proposte da un emendamento al Decreto del Fare con identico contenuto dell’articolo 10. Ecco una sintesi delle criticità, esposte nella lettera: Secondo quanto proposto al comma 4, l’annotazione automatica delle formalità di perdita di possesso e rientro in possesso nel caso di furto, tramite comunicazione al PRA direttamente da parte dell’Autorità che ha ricevuto la denuncia, rischierebbe di creare grosse problematiche nel caso di veicolo in leasing e in noleggio, con una perdita di controllo sulla situazione del veicolo, ogni qual volta il cliente ometta di informare la società di leasing o di noleggio dell’avvenuto furto o ritrovamento del bene. Ciò con effetti pregiudizievoli anche in relazione all’ottenimento dell’indennizzo da parte della compagnia assicurativa con cui il veicolo è assicurato. Con riferimento al comma 6, non si comprende la ratio della variazione introdotta riguardante l’obbligo di atti bilaterali recanti la sottoscrizione autenticata del venditore e dell’acquirente nel caso di formalità PRA relative a veicoli usati. La sola firma autenticata del venditore sino ad oggi è stata infatti ritenuta idonea a trasferire la proprietà in capo all’acquirente. La nuova previsione complicherebbe esclusivamente la vita agli acquirenti e ai venditori dei veicoli, raddoppiando le autentiche nella vendita dei veicoli usati. Qualora la ratio della proposta di variazione fosse in qualche modo ravvisabile nell’esigenza di contrastare il fenomeno delle intestazioni fittizie, un appesantimento di tale portata non appare giustificabile. Se la firma del solo venditore intestatario sino ad oggi ha agevolato il mercato dell’automotive, tale variazione si porrebbe in senso opposto, appesantendo un settore già fortemente in crisi e che non necessita di ostacoli bensì di spinte a suo favore.
“È venuto il momento affinché la riforma della burocrazia dell’auto torni a essere un punto all’ordine del giorno dell’agenda politica”, dice Ottorino Pignolini, Segretario Nazionale Studi. “Gli appesantimenti – sottolinea Pignoloni – non sarebbero soltanto a carico degli utenti, ma se approvate, le previsioni dell’art. 10 avrebbero anche un forte impatto per i Tribunali, per le Forze dell’Ordine e per i Comuni, che si dovrebbero far carico di nuove e, soprattutto, ulteriori incombenze amministrative, che risulterebbe difficile ritenere possano essere eseguite senza alcun onere finanziario. Insomma, il contenuto dell’art.10 più che semplificare la vita a cittadini e imprese realizza una consistente riduzione dei carichi di lavoro degli Uffici PRA malgrado, e qui sta un ulteriore paradosso, proprio di recente, come sappiamo un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze abbia introdotto un corposo aumento delle stesse tariffe PRA (oltre il 30%) giustificato, a loro dire, nelle premesse del decreto stesso, dalla “necessità di garantire l’autonomo equilibrio economico finanziario del servizio – PRA – in rapporto ai costi effettivamente sostenuti per l’espletamento dello stesso”.