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Brescia, Fogli rosa: superata quota 6.500, rischio collasso

Brescia, Fogli rosa: superata quota 6.500, rischio collasso

| il 15, ott 2018

«A Brescia non riusciamo più a garantire nemmeno il primo esame», dice senza mezzi termini Roberto Benedini, Segretario provinciale Autoscuole UNASCA di Brescia. E i numeri gli danno purtroppo ragione. «Siamo messi molto peggio di altre province – spiega Benedini -, la situazione è insostenibile. Se pensiamo che a fronte di 6.519 fogli rosa in attesa, sono stati concessi 2.055 posti in otto settimane tra novembre e dicembre, significa che ci sarà bisogno di oltre sei mesi per evaderli tutti. Ora, se consideriamo che è fisiologico che ci sia il 20 per cento dei bocciati, su 6.000, arriviamo a 1.200 che restano fuori e se a questi aggiungiamo tutti quanti sosterranno l’esame di teoria in sei mesi si capisce che la situazione è fuori controllo. A Brescia le prove di teoria settimanali già sono sono state ridotte di 300 unità per non sovraccaricare gli esami di guida».



Le autoscuole sono imprese e questa lunghissima coda si traduce poco alla volta in un serio problema di tenuta economica. Le paghe ai dipendenti, i 740, le marche da bollo, le tasse, le trasferte. Tutte voci che devono poter contare sugli incassi certi delle lezioni di guida e dei relativi esami. Ma se si dilatano oltre i sei mesi i tempi dal foglio rosa alla prova su strada, il rischio è la tenuta stessa dell’azienda. 

«Ma non c’è solo una questione di sostenibilità economica – aggiunge Benedini -, ma anche di immagine; ancora più grave. Perché dopo tanti anni di lavoro ci troviamo in ufficio genitori e allievi giustamente arrabbiati che se la prendono con noi per colpe di altri. E pur riconoscendo che gli esaminatori stanno lavorando come più di così non si può, mi chiedo se la garanzia di poter fare due esami in sei mesi promessa dal Ministero in questo caso non sia venuta meno, nonostante noi avessimo presentato la pratiche con i 60 euro di versamenti, i certificati , il bollo, le foto e il resto».


A Brescia, realtà importante dal punto di vista industriale, e quindi con la necessità di revisioni e collaudi, patenti per il trasporto merci, da circa 15 anni non si fa turnover e chi va in pensione non viene sostituito. «Alcuni dipendenti pubblici avevano chiesto il trasferimento a Brescia presso la Motorizzazione da altre Amministrazioni. Domanda che non sappiamo che fine abbia poi fatto. Così non è che sia difficile lavorare, ma impossibile», conclude Benedini.

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