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Patente moto. UNASCA: “Bene pubblicazione in GU nuovo decreto esami, si innalzano standard sicurezza”

Patente moto. UNASCA: “Bene pubblicazione in GU nuovo decreto esami, si innalzano standard sicurezza”

| il 16, ott 2018

Il 12 ottobre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale che recepisce la direttiva comunitaria con novità nello svolgimento degli esami di pratica per le patenti A1, A2 e A. L’Italia si adegua puntando sui tempi di prova. Una soluzione corretta, secondo UNASCA.

Reazione positiva da parte di UNASCA, l’Unione Nazionale delle Autoscuole e degli Studi di Consulenza Automobilistica, dopo l’arrivo dell’atteso decreto ministeriale che fissa i criteri con cui effettuare le prove di esame per conseguire le patenti A1, A2 e A. Il decreto, infatti, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 12 ottobre 2018.
“Con il decreto – spiega Emilio Patella, Segretario Nazionale Autoscuole UNASCA – l’Italia si uniforma a una direttiva comunitaria risalente a gennaio del 2013, che fissava i criteri per effettuare la prima parte dell’esame pratico per conseguire la patente moto, dando cinque anni di tempo ad ogni paese per adeguarsi”.
La direttiva fissa una velocità minima per effettuare le prove di esame su pista, passando da 30 km/h a 50 km/h. Un cambiamento notevole per chi si deve preparare in vista dell’esame di guida. L’Italia ha scelto di fissare dei tempi per effettuare le prove, calcolati per valutare anche la velocità alla guida, stabilendo due esercizi: uno da compiere a bassa velocità e uno ad alta velocità.

Con l’opzione del controllo della velocità attraverso dei rilevatori a pannello, inizialmente ipotizzata, si rischiava di distrarre il candidato. Valutando invece i tempi, si può fare una media del tempo impiegato durante tutto il percorso, così che il candidato riesca a rimanere più concentrato

Il primo esercizio previsto dal decreto è da compiere ad una velocità bassa per dimostrare la capacità di equilibrio. Il candidato deve effettuare uno slalom e poi un passaggio in corridoio stretto, impiegando almeno 15 secondi di tempo.
“È possibile ovviamente impiegare più tempo, ma già 15 secondi sono una buona sfida per riuscire a rimanere in sella”, spiega Patella.
Il secondo esercizio consiste in uno slalom seguito da evitamento di un ostacolo e successiva frenata in uno spazio prestabilito. Il tempo massimo di svolgimento della prova non deve essere superiore a 25 secondi. Il candidato deve dimostrare la propria capacità nel governare il veicolo a velocità di almeno 50 km/h.
“Con l’opzione del controllo della velocità attraverso dei rilevatori a pannello, inizialmente ipotizzata, si rischiava di distrarre il candidato. Valutando invece i tempi, si può fare una media del tempo impiegato durante tutto il percorso, così che il candidato riesca a rimanere più concentrato. Il risultato è comunque un innalzamento della velocità, perché più si riduce il tempo e più aumenta la velocità. La nuova prova implica sicuramente una maggiore preparazione da parte dei candidati, ma è un ulteriore passo verso una maggiore sicurezza stradale. Ora ci aspettiamo che si risolva il problema delle esercitazioni su strade frequentate e che venga introdotto un minimo di formazione obbligatoria. Ricordiamoci che questo cambiamento è stato introdotto proprio per valutare il comportamento reale del motociclista su strada”, dichiara Patella.
La nuove prove ad alta velocità implicano anche il reperimento di nuove aree idonee. UNASCA sta collaborando con ANCI per reperire spazi adeguati. Nel frattempo, l’Unione delle Autoscuole e degli Studi di Consulenza Automobilistica sta dialogando anche con la Direzione Generale della Motorizzazione Civile, affinché si possa prevedere un periodo di proroga per dare il tempo a tutti gli operatori di adeguare le piste attuali e reperire nuovi spazi.

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