Burocrazia dell’auto in Italia: tutto da semplificare
unasca | il 24, Ago 2013
Un sistema legislativo e amministrativo di settore che assicuri certezza tecnica e giuridica
Sono all’incirca 40 milioni i veicoli che circolano in Italia. Di conseguenza è fondamentale per il nostro Paese avere un sistema legislativo e amministrativo di settore che assicuri certezza tecnica e giuridica, per una circolazione trasparente (ordine pubblico, assicurazioni), responsabile (sia civilmente che penalmente), garante per i terzi (proprietà, credito, utilizzo), equa fiscalmente (IPT – Imposta Provinciale di Trascrizione – e bollo auto), nonchè attenta alla tutela dell’ambiente e alla sicurezza (individuazione delle caratteristiche costruttive dei veicoli, revisioni periodiche sul loro stato d’uso).
Quanto precede postula la tutela pubblicistica attraverso un archivio pubblico unitario di Stato, dove si annotino tutti gli eventi che interessano, permettendo di coniugare, in tempo reale, le menzionate certezze tecnica e giuridica.
Solo in Italia, infatti, per registrare la proprietà di un veicolo (oltre 12 milioni di formalità l’anno prima della crisi, attualmente sono 9/10 milioni) è obbligatorio rivolgersi a due soggetti pubblici (Motorizzazione Civile e Pubblico Registro Automobilistico – PRA- gestito da Aci) per ottenere, rispettivamente, due distinti documenti, uno necessario per la circolazione (la “carta di circolazione”, di modello unionale), l’altro no (il “certificato di proprietà”), ma, nel complicato quadro normativo vigente, quest’ultimo dovuto per la eventuale successiva alienazione (vendita/radiazione). L’istituzione dello STA, Sportello Telematico dell’Automobilista, ha sì unificato gli accessi per i cittadini e le imprese, però permangono la ridondanza nei costi, nei procedimenti e negli adempimenti sia per gli Utenti che per gli operatori professionali STA, e un notevole spreco di risorse pubbliche (stimabile intorno ai 150 milioni di euro l’anno). Una burocrazia dell’auto che, nel mercato dei servizi, vede pertanto presente la doppia offerta pubblica costituita dagli Uffici Provinciali del DTNSIS (Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi statistici), che incassano per queste formalità circa € 70 milioni l’anno (oltre a € 250 milioni circa per le altre funzioni tecniche ed amministrative svolte) e quelli di ACI/PRA, che, per le stesse formalità, incassano emolumenti intorno ai € 190 milioni (grazie al recente aumento delle tariffe del 30%), oltre a 5600 agenzie private abilitate STA che forniscono lo stesso servizio di quello pubblico (costrette però a far pagare agli Utenti diritti/emolumenti per il DTT e ACI/PRA, malgrado per quelle formalità il loro compito pubblico si limiti oggi al solo controllo/archiviazione). Doppie imposte di bollo (circa € 550 milioni l’anno) considerato il recente aumento, doppi emolumenti pubblici da pagare (per circa € 250 milioni), ingenti gravami per strutture pubbliche parallele (>200 Uffici ubicati nei capoluoghi di provincia) e relativo personale ( circa 6000 dipendenti), insieme a non meno di 100 milioni di “pezzi di carta” da lavorare/classificare separatamente con pesanti ripercussioni economiche per la Collettività e gli operatori del settore nonché, soprattutto, si ripete, per gli STA privati costretti giornalmente ad un doppio lavoro sia documentale che di accessi (due pratiche per ogni formalità, due collegamenti informatici, due documenti, certificazioni riprodotte due volte e due accessi giornalieri negli uffici pubblici), con danno per gli Utenti, clienti degli STA stessi.
Situazioni che verrebbero rimosse attuando il progetto di semplificazione proposto dalle scriventi Associazioni fin dal 2008, ovvero con la registrazione di tutti i veicoli presso un unico Archivio, contestualmente alla digitalizzazione dei processi e all’archiviazione elettronica dei documenti, si otterrà una effettiva semplificazione (un solo documento del veicolo, la carta di circolazione), l’eliminazione di tutto il cartaceo e, soprattutto, delle tante criticità finora rimaste. A corollario, palesemente, minori spese per l’Utente (eliminazione doppi costi, riduzioni adempimenti), un risparmio ingente per lo Stato ed Enti locali (eliminazione di duplicazioni strutturali, procedurali e di pagamento nonché degli archivi “fisici”) ed un’ulteriore facilitazione nei controlli per le Forze dell’Ordine e per le Istituzioni. Infine, una targa personalizzabile, che potrebbe essere elemento particolarmente gradito all’Utenza (come già avviene in altri Paesi membri, il cui rilascio poi, in aggiunta, potrebbe costituire un’interessante fonte di gettito tributario).
Pubblicato sul numero 07/08/2013 del magazine Il Tergicristallo