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Digitalizzare per ripartire. L’Osservatorio permanente Autoscuole e Studi

Digitalizzare per ripartire. L’Osservatorio permanente Autoscuole e Studi

| il 11, dic 2018

Le autoscuole e gli studi di consulenza sembrano aver accusato gli effetti della recente crisi economica, che ha spesso costretto le imprese del comparto ad apportare modifiche ai servizi attualmente offerti. Più nel dettaglio, il 64,6% delle autoscuole sostiene che le vicissitudini dell’ultimo decennio abbiano inciso “molto” o “abbastanza” sull’andamento della propria attività e la quota sale fino all’81,6% se si isolano gli studi di consulenza.

In linea generale, l’elevata pressione fiscale si conferma la principale pietra d’inciampo nel percorso di crescita degli operatori del settore (è così per oltre il 70% delle imprese), che contestualmente continuano a denunciare l’incedere del fenomeno della concorrenza sleale. In questo scenario, risulta sempre più decisivo fare “rete sul territorio” con altri soggetti dello stesso comparto (lo dichiara il 63% delle autoscuole e il 77% degli studi di consulenza), rimarcando la strategicità di un network efficace in un’ottica di sviluppo del proprio business.

Dopo anni decisamente difficili, la competitività delle imprese risulta essere tornata quasi ai livelli del periodo precedente la crisi secondo la percezione di circa la metà delle imprese del settore. Tuttavia, a fronte della presenza di un operatore su tre che ritiene di aver raggiunto oggi un livello di competitività più elevato, esiste ancora una quota non indifferente di soggetti che fatica ad intravedere chiaramente una luce in fondo al tunnel (12% delle autoscuole, 18% degli studi di consulenza).

In ogni caso, la presenza di best practice sul mercato spinge le imprese a fare meglio: il 67% degli operatori del settore è convinto di poter recuperare il terreno perduto (o, se già recuperato, di guadagnarne ancora) da qui ai prossimi cinque anni, proprio in virtù dell’esistenza di competitor sempre più agguerriti (e, spesso, più aggiornati) che, giocoforza, inducono a migliorarsi per restare a galla.

Circa la metà delle imprese risulta iscritta ad una qualche associazione di categoria del settore. Di queste, la quota dei soggetti associati ad Unasca supera il 70%. Tra le imprese associate, nove su dieci dichiarano di essere in qualche modo “attive” nell’ambito della vita associativa, intrattenendo rapporti con le strutture che insistono sul territorio. Non a caso, oltre il 70% delle imprese dichiara di conoscere il lavoro svolto dai colleghi con cariche associative, informandosi direttamente tramite l’associazione o attraverso amici e colleghi.

Il processo di modernizzazione in atto sta interessando trasversalmente tutti i settori di attività economica. Non è da meno il comparto delle autoscuole e degli studi di consulenza. Circa il 74% delle imprese ha investito in tecnologie informatiche negli ultimi due anni e quasi la totalità dispone oggi di una connessione internet. Sempre più diffuso è il ricorso ai social network ed è in crescita la percentuale di imprese in possesso di un proprio un sito web (spesso solo per vetrina piuttosto che per e.commerce).

In questo quadro, oltre l’80% delle imprese ritiene fondamentale poter contare su personale interamente dedicato alle nuove tecnologie da impiegare nell’attività del day by day. Si tratta di un approccio riconoscibile anche in fase di assunzione di nuove risorse nell’organico, scelte in oltre il 50% dei casi proprio in base alle competenze tecniche e professionali piuttosto che in funzione di aspetti che, spesse volte, rischiano di influenzare la candidatura sottovalutando il processo di modernizzazione di cui sopra (es. referenze, passaparola, anzianità, etc). Non a caso, le aree tematiche per cui si rileva un maggiore fabbisogno di personale e, al contempo, formativo, sono senza dubbio quelle dell’ICT (informatica, gestione software, hardware, etc).

Non stupisce quindi se più del 93% degli operatori si ritiene d’accordo con l’assunto che la formazione rivesta un ruolo centrale nell’individuazione di personale qualificato e per il successo dell’impresa. Nell’arco del 2019, circa la metà delle imprese del settore è infatti intenzionato a programmare corsi di formazione rivolti ai dipendenti o al titolare stesso, l’obiettivo dei quali sarà quello di incrementare le competenze tecniche, anche al fine di migliorare la gestione strategica del cliente.

La ricerca di personale qualificato ed il contemporaneo aggiornamento delle risorse già in organico avviene in un contesto in cui circa il 45% delle autoscuole e circa il 41% degli studi di consulenza si considera già “molto” o “abbastanza” digitalizzato. Lo sviluppo tecnologico è visto come un’opportunità da nove operatori su dieci, anche se resta solida la quota di soggetti ancorati ad una visione più tradizionalista del lavoro: un terzo delle imprese del settore non cercano nemmeno figure professionali idonee nel campo digitale e non è un caso se la quota di coloro che dispongono di archivi totalmente digitali sia decisamente contenuta.

In quest’ottica, puntare forte sulla formazione risulta decisivo per ridurre la distanza tra le imprese “completamente” digitalizzate e quelle “per nulla” digitalizzate.

(L’osservatorio permanente per autoscuole e studi di consulenza, realizzato da Format Research in stretta collaborazione con il Centro Studi Cesare Ferrari per conto di Unasca, è basato su un campione statisticamente rappresentativo (n. 500 interviste a buon fine) delle imprese appartenenti alle categorie delle autoscuole (art.123 del Codice della Strada), delle scuole nautiche (Decreto Interministeriale 146/2008), della consulenza per la circolazione dei mezzi di trasporto (legge 264/1991, brevemente detti studi di consulenza automobilistica). Margine di fiducia: +4,5%. L’indagine è stata effettuata dall’Istituto di ricerca Format Research, tramite interviste telefoniche (sistema Cati), nel periodo 12 – 17 novembre 2018.
www.agcom.it www.formatresearch.com)

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