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Il caso “Bergamo”

Il caso “Bergamo”

| il 10, ott 2014

Pubblichiamo l’articolo che troverete anche sul giornale cartaceo che racconta delle circolari inviate da parte del Conservatore del Pra di Bergamo.

Di  seguito troverete il racconto di quello che abbiamo scoperto, mentre domani pubblicheremo l’intervista fatta a Giorgio Brandi, direttore Aci -Servizio Gestione PRA e  lunedì l’intervista al Segretario Nazionale degli Studi Unasca Ottorino Pignoloni.

IL CASO:

Venuti a conoscenza di due circolari spedite dal Pra di Bergamo abbiamo cercato di approfondire se esista o meno una via preferenziale per i dipendenti di A.C. di Bergamo.

Il 3 e il 22 luglio scorsi, il Conservatore del Pra di Bergamo ha inviato 2 comunicazioni: una a tutte le agenzie e delegazioni STA della provincia in cui si avvisava dei servizi di implementazioni nuove tecnologie e modifiche organizzative, l’altra al proprio personale che ha per oggetto l’accesso al Back Office della Direzione Territoriale (Pra) di Bergamo. In questa seconda comunicazione il direttore dispone, tra l’altro, quanto segue: al punto 3 l’accesso agli uffici di back office da parte di tutti i soggetti elencati in premessa è consentito esclusivamente utilizzando l’ingresso posto in via Malj Tabajani n.2/A previo appuntamento concordato con i funzionari interessati, i quali provvederanno ad accoglierli presso la porta del piano e, al termine dell’incontro, a riaccompagnarli alla medesima porta.

Mentre, al punto 4, al fine di agevolare le reciproche incombenze di servizio dei funzionari di A.C. Bergamo e dei funzionari del PRA, è consentito accedere al terrazzo condominiale attraverso la porta finestra della stanza n.10.

Venuti a conoscenza di queste disposizioni, rivolte a tutti gli operatori privati, compreso l’A.C provinciale di Bergamo, ci siamo chiesti come mai esista una procedura per accedere dall’esterno, mentre per “altre incombenze” si possa usare una corsia preferenziale.

Clicca sulle immagini per vedere le due circolari

Aci di Bergamo: rosso di quasi due milioni di euro e commissariamento.

«Riequilibrare lo stato economico-patrimoniale dell’ente» e, in seguito, «ricostituire gli organi di ordinaria amministrazione del sodalizio», ovvero indire nuove elezioni entro un anno. E’ questo il compito del commissario straordinario Aurelio Filippi Filippi, commercialista e attuale presidente dell’Aci di Lecce, che da maggio sta tentando di rimettere mano al dissesto economico provocato sia dalla breve gestione (sei mesi) di Ivan Rodeschini che da quella storica dell’avvocato Caffi, morto nel 2013. Il provvedimento di commissariamento è scattato sulla base dell’articolo 65 dello statuto Aci, che ha recepito le linee emanate a suo tempo da Monti per il risanamento degli enti pubblici (articolo 15 comma 1-bis del decreto 138/2011, convertito dalla Legge 148/2011. In questo caso, l’intervento è stato determinato dai conti in rosso nei bilanci 2011 e 2012. Oggi l’Aci di Bergamo presenta infatti un deficit che sfiora i due milioni di euro, per l’esattezza 1 milione e 924 mila. Tra dodici mesi, quando scadrà l’incarico del commissario straordinario (salvo eventuale proroga di sei mesi), i vertici andranno interamente rinnovati.

Post-it

Lo scorso anno per ben due volte l’Unasca ha denunciato al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti comportamenti irregolari, e più volte ripetuti nel tempo, nella gestione di alcune formalità richieste presso i loro sportelli e non eseguiti secondo le norme vigenti in materia. L’ennesima dimostrazione di come l’essere al tempo stesso controllore e controllato non favorisce trasparenza nei comportamenti tenuti quando non rispettano la legge che dovrebbero esser oggetto delle sanzioni previste in caso di irregolarità e quindi una inaccettabile discriminazione rispetto all’analoga operatività, con relative responsabilità, a cui devono sottostare gli studi abilitati STA che in analoghi casi vengono, giustamente, sanzionati. Il ben noto “due pesi, e due misure” del mondo PRA/ACI.

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