Inadeguati e aggressivi. A volte solo per caso.
Manuel Picardi | il 19, Mag 2014
Driving stress: comportamento scorretto sulla strada che si svela in modo imprevedibile
Driving stress: così è detto il comportamento scorretto sulla strada quando si svela in modo imprevedibile, può essere adottato da un conducente che, in società, non darebbe cosi facilmente segni di aggressività.
A spiegare questo aspetto criminale sulla strada è Fiorella Toro, psicologa e criminologa italo-belga che insegna presso l’ULB, la Libera Università di Bruxelles.
Fiorella Toro è una psicologa criminologa italo-belga. Ha pubblicato diversi saggi, tra cui “L’aggressività sulla strada: quando la guida diventa lo sfogo dell’insicurezza”, un articolo scientifico sul rapporto tra il comportamento inadeguato alla guida e le sue conseguenze sul traffico.
“Possiamo tutti ritrovarci a bestemmiare o a volersi spiegare in modo aggressivo con un altro conducente.”
Abbiamo partecipato insieme l’anno scorso al Corso di perfezionamento in Psicologia del Traffico tenuto presso l’Università del Sacro Cuore di Milano. Come istruttori di guida “pionieri”, abbiamo avuto modo di conoscere un aspetto differente della sicurezza stradale, analizzata dal lato psicologico. Ci può descrivere le sue sensazioni a riguardo?
Il corso propone ed ufficializza una vera e propria competenza psicologica nell’ambito della sicurezza stradale, competenze disparate e non sempre definite in modo scientifico negli altri paesi europei. Questa certificazione non esiste in Belgio, anche se la mia esperienza lavorativa presso l’Istituto belga per la Sicurezza stradale è in realtà quella di una psicologa del traffico. Vista l’importanza del comportamento umano nel descrivere e capire lo svolgimento di un incidente stradale, la psicologia trova un posto essenziale come disciplina d’analisi e di prevenzione del problema. Lo consiglio a tutti professionisti attivi nel settore, per una migliore comprensione delle cause d’incidenti.
Come vede lo sviluppo del binomio Criminologia-Guida in Italia? Pensa che possa avere futuro anche nel nostro Paese?
La criminologia s’interessa non solo della delinquenza stradale, ma di tutti gli scarti del comportamento umano nei confronti delle regole stabilite dal Codice stradale. Come criminologa, ho studiato il problema dello scarso rispetto dei limiti di velocità, quello dell’uso del telefonino durante la guida e, in fine, quello dell’aggressività sulla strada. Questi comportamenti non riguardano esclusivamente conducenti con profili “a rischio”, sono frequenti e banalizzati dal fatto che si possano osservare nel più comune dei cittadini, nel “Monsieur et Madame Tout le monde”… Ciò che è interessante è osservare il fallimento di certe regole visto lo scarso rispetto di queste da parte di un gran numero di conducenti. Certe regole sono pensate e stabilite senza prendere in considerazione i paradossi della società nella quale si trovano i conducenti. Questo tipo di approccio troverà sicuramente spunti interessanti nel comportamento dei conducenti italiani.
Parlando coi suoi allievi, emerge un rapporto poco edificante per la categoria, ovvero che anche noi professionisti, in privato, possiamo trasformarci in potenziali killer della strada. Di cosa parla in questo senso nei suoi corsi?
Spiego di fatto che il comportamento aggressivo può svelarsi in modo imprevedibile, può essere adottato da un conducente che, in società, non darebbe cosi facilmente segni di aggressività. La situazione particolare della strada, l’anonimato prodotto dall’abitacolo e il movimento del veicolo, danno libertà al modo di esprimere la frustrazione, la paura o la rabbia. Si deve anche tener conto della combinazione del livello di “driver’s stress” (creato dalle difficoltà della giornata) con quello di “driving’s stress” (creato dalle difficoltà sulla strada) per spiegare l’apparizione di un comportamento aggressivo. Possiamo tutti ritrovarci a bestemmiare o a volersi spiegare in modo aggressivo con un altro conducente. Intervengono poi altri fattori nel modo di risolvere o no il problema.
Di Manuel Picardi
Pubblicato sul numero 05/2014 del magazine Il Tergicristallo