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IVA sulle patenti, la proposta di legge del M5S

IVA sulle patenti, la proposta di legge del M5S

| il 26, set 2019

IVA sulla didattica per le patenti B e C1, solo a decorrere dall’entrata in vigore della legge. Conferma dell’esenzione d’imposta, invece, per le patenti conseguite sino all’entrata in vigore della legge. È l’articolo 1 della proposta di legge del Movimento Cinque Stelle presentata giovedì 26 settembre con una conferenza stampa alla Camera da Diego De Lorenzis. Il M5s ha voluto invitare anche UNASCA e Confarca per ribadire le ragioni dell’opposizione alla Risoluzione 79 dell’Agenzia delle Entrate del 2 settembre scorso. La proposta di legge titola “Disposizioni fiscali sulle prestazioni didattiche per il conseguimento delle patenti di guida”. Il principio che la motiva è il riconoscimento dell’“inadeguatezza, inapplicabilità, e il pregiudizio conseguente per gli utenti delle prestazioni didattiche e gli operatori del settore” se venisse confermata l’applicazione della sentenza del Corte di Giustizia Europea.

«Il problema – ha commentato Emilio Patella, Segretario nazionale Autoscuole UNASCA – è un pasticcio internazionale. Ci troviamo sbalzati tra le normative comunitarie e italiana, un ricorso di un’autoscuola tedesca che non ha nulla a che vedere con la tipologia dell’autoscuola italiana, completamente diversa dal punto di vista normativo e giuridico rispetto a quelle tedesche.

Ci sono settemila autoscuole in Italia, che corrispondono a circa 5.500 partite IVA e quindi le stime le abbiamo fatte su 7 mila autoscuole. In realtà i soldi che devono essere tirati fuori sono quelli dei 5.500 titolari di azienda. C’è in ballo un recupero IVA su 3.800.000 persone che hanno conseguito la patente dal 2014 al 2018; poi ci sarebbero da aggiungere gli otto mesi del 2019, quindi andiamo a oltre 4 milioni di persone che vivono sotto l’incubo di un’IVA non pagata a suo tempo per disposizioni normative e che adesso l’Agenzia delle Entrate vuole recuperare.

Su questo abbiamo sentito tutte le forze politiche, bene o male tutte sono state allertate e abbiamo evidenziato tre macro problemi:

il primo problema è recuperare l’arretrato, ed è assolutamente impossibile perché non ci sono strumenti normativi che agevolino l’autoscuola per andare a recuperare quel credito, che quindi ricade sulle spalle delle autoscuole che quindi dovrebbero ingiustamente mettere di tasca propria cifre che, al ribasso, si aggirano attorno ai 150 mila euro per ogni partita IVA. Ripeto, al ribasso perché l’Agenzia delle Entrate in questi giorni su sta muovendo con ispezioni sul territorio e le cifre contestate sono superiori alle nostre stime. La nostra Associazione ha evidenziato come imprenscindibile l’azzeramento di questo arretrato. Perché non era dovuto, non era a bilancio dello Stato e quindi non rappresenta una perdita.

Il secondo punto è la salvaguardia del portafoglio dei clienti: gli allievi che devono conseguire la patente. Non solo quelli di cinque anni fa, ma anche di quelli che la devono conseguire oggi o domani mattina. Sappiamo tutti che c’è un’alta disoccupazione giovanile, e le famiglie che hanno in carico questi giovani non stanno navigando nell’oro. Quindi l’aumento dall’oggi al domani del 22 per cento sulle spalle delle famiglie e dei ragazzi ci sembra assolutamente fuori luogo e soprattuto, ci teniamo a far sapere, non dipende dalle autoscuole ma dal Fisco italiano.

Il terzo punto, che viene in qualche modo affrontato in questo disegno di legge ma che poi avrà bisogno di altri momenti di confronto con l’Europa, è il ruolo dell’autoscuola. Da una parte abbiamo leggi che dicono che siamo definiti scuole per l’educazione stradale, la formazione e l’istruzione dei conducenti. Ci sono risoluzioni fiscali che dicono che siamo esenti da emissioni ricevute e fatture tranne su richiesta dell’interessato, proprio perché a tutti gli effetti siamo scuole. Mi permetto di dire che il ruolo delle autoscuole italiane va ben oltre la formazione. Eppure alle autoscuole italiane per effetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea questo ruolo non viene più riconosciuto. Le autoscuole italiane sono le uniche in Europa che emettono dei certificati e degli attestati per conto dello Stato, che hanno un valore: venite a fare un corso di recupero punti, vi diamo l’attestato e recuperate i punti; gli autisti professionali vengono a fare il corso, diamo l’attestato e hanno rinnovata la patente professionale per cinque anni. Questo è definito nel Codice penale un “ruolo di pubblica utilità”, e siamo soggetti agli stessi reati e alle stesse punizioni di un pubblico ufficiale. Questi aspetti nella Sentenza non ci sono. Forse è il caso di farla notare e di farla riprendere.

In merito al disegno di legge, è sostanzialmente e d’accordo sull’azzeramento; sicuramente ci sono aspetti positivi anche per iniziare a definire questo ruolo. Unica preoccupazione mia personale, è che i disegni di legge si sa quando cominciano ma non si sa quando terminano. Non vorrei che tra un anno o due siamo qui a discutere del disegno di legge e intanto l’Agenzia delle Entrate ha rastrellato tutte le autoscuole d’Italia».

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