L’ Europa guarda con interesse alla patente graduale.
Manuel Picardi | il 20, Feb 2014
Nel mese di Dicembre a Bruxelles è stato presentato l’esito del sondaggio che ha visto protagonisti gli Istruttori di Guida europei sulla formazione dei neo-patentati.
Il rinnovo della collaborazione tra EFA e Goodyear EMEA ha dato vita alla pubblicazione “Driving safety first: improving road safety for novice drivers”, ovvero il risultato dello studio internazionale che prevede una serie di raccomandazioni che dovranno essere prese in considerazione per il miglioramento della sicurezza stradale.
EMEA è l’acronimo di Europe, Middle East and Africa, ovvero il complesso di tutti i paesi che sono stati chiamati a partecipare a partecipare al sondaggio.
Queste iniziative saranno rivolte a diversi soggetti, anticipiamone alcune.
Le scuole guide dovrebbero continuare ad innovare le loro nuove tecniche di insegnamento alla guida affinché possano inculcare un’ulteriore stile di guida sicuro ai propri allievi.
I decisori politici dovranno cominciare a prendere in considerazione la possibilità di introdurre una patente graduale (ad esempio un secondo esame di guida l’anno successivo al primo anno di patente); di introdurre un percorso (curriculum) di educazione alla sicurezza stradale già dalle scuole dell’obbligo; di rinforzare le conoscenze sui controlli periodici da fare ai veicoli per garantire la sicurezza nella circolazione (frequente controllo di pressione e battistrada dei pneumatici).
Le industrie automobilistiche dovrebbero lavorare con l’obiettivo di progettare e introdurre nuove tecnologie per i veicoli condotti dai neo-patentati, anche attraverso campagne pubblicitarie atte a pubblicizzare questi nuovi sistemi.
Altri soggetti coinvolti dovrebbero essere le compagnie di assicurazione che dovrebbero creare dei sistemi di innovazione e incentivo alla sicurezza stradale, attraverso la riduzione dei premi assicurativi a fronte della garanzia da parte dei neofiti, di una istruzione supplementare.
Dulcis in fundo le scuole guide dovrebbero continuare ad innovare le loro nuove tecniche di insegnamento alla guida affinché possano inculcare un’ulteriore stile di guida sicuro ai propri allievi.
L’Italia, attraverso la fitta rete Unasca, è stato uno dei paesi che ha contribuito maggiormente allo Studio (terzi dietro solo a Germania e Inghilterra – n.d.r.).
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti gli Istruttori di Guida che hanno voluto collaborare facendo sentire la loro voce, rappresentando orgogliosamente il proprio paese. Sono i primi che hanno compreso che l’Associazione può crescere e migliorare solo con il contributo di tutti.
Manuel Picardi
Pubblicato sul numero 02/2014 del magazine Il Tergicristallo