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Cima

Low cost. Low security

Low cost. Low security

| il 30, Set 2013

L’allarme di Unasca nel nome della corretta formazione e della sicurezza: “Per noi il costo della formazione è ciò che qualifica le nostre autoscuole. I prezzi bassi spesso vanno a discapito del corretto rispetto delle norme europee”

Riduzioni fino al 90% del costo iniziale, pacchetti a meno di 100 euro: da Groupon a Prezzofelice le “patenti facili” imperversano sul web. Uno specchio per le allodole, che ha spinto l’Unasca a prendere posizione in nome della sicurezza, impegnandosi per sensibilizzare l’utenza sui rischi che si celano dietro questi apparenti risparmi, con costi che si raddoppiano nel caso di una bocciatura (150 euro per richiedere un nuovo esame di teoria, e 200 euro per ripetere la pratica), per non parlare della formazione (scarsa), e della sicurezza (quanto impiegherà un neopatentato alla guida di un’auto a commettere un incidente se non preparato correttamente?). Unasca rappresenta un altro mondo, da sempre: un mondo fatto da autoscuole che hanno dovuto adeguarsi alle normative europee, impiegando molte risorse economiche (anche in un momento di crisi come questo) per adeguare il proprio parco veicolare. “L’autoscuola – spiega Emilio Patella, Segretario Nazionale Autoscuole – deve essere in grado di offrire tutti i veicoli per tutte le 15 categorie di patenti. Inoltre si lavora sempre con personale qualificato, personale con costi piuttosto elevati”. Se le autoscuole devono spendere, com’è possibile che, invece, queste autoscuole pubblicizzate dal web facciano prezzi così bassi? “Spesso e volentieri – dice Patella – fuori da queste norme europee vengono fatti prezzi più bassi. O meglio, il prezzo basso è indice di non rispetto di queste norme. Per noi il costo della formazione è indispensabile, perchè va a qualificare tutto il lavoro dell’autoscuola”. Chi usa questi sistemi spesso vuole fare numero ed è sintomatico di questo meccanismo il fatto che l’esame venga fissato già all’atto dell’iscrizione (come si può sapere se un ragazzo è effettivamente pronto per sostenere l’esame se prima non lo si segue?). Si tratta, ci spiega Patella, di autoscuole che stanno per chiudere e che, per cedere l’attività, hanno bisogno di dimostrare di fare grandi numeri, oppure di autoscuole in crisi. Unasca non fa guerra allo strumento in sé, si tratti di Groupon o di altri sistemi, che lo steso Patella definisce “formidabili”, bensì la considerazione che fa l’Associazione è che ciò che rimane a queste autoscuole è davvero poco per poter garantire una corretta formazione. Riducendo il costo a un quarto del prezzo reale, di cui la metà va in pubblicità, in realtà l’autoscuola non ha più risorse da impiegare per istruttori qualificati. “Un istruttore professionale – dice Patella – costa più di 20 euro all’ora”. E sulla questione formazione l’esperienza del ragazzo “inviato” da Unasca all’interno di una di queste autoscuole con il coupon ne è la dimostrazione pratica: esame già fissato precedentemente e a ridosso della stessa iscrizione (circa un mese e mezzo dopo l’iscrizione), poi posti a sedere in aula rispetto agli iscritti, impossibilità di recuperare una lezione pratica nel caso venisse saltata per un impedimento, a meno che non si aggiungessero altri soldi (pagandola ex-novo), come nel caso della bocciatura. Come sempre l’impegno di Unasca in nome della sicurezza e della formazione è garanzia e difesa per tutte le autoscuole che rappresenta, autoscuole che lavorano per offrire all’utenza un servizio a norma e qualificato. Un valore, questo, che anche il più accanito risparmiatore di certo non trascurerebbe per il proprio figlio.

Pubblicato sul numero 09/2013 del magazine Il Tergicristallo

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