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Mobilità, Confindustria ANCMA: “Due ruote modello di sviluppo ideale per mobilità urbana”

Mobilità, Confindustria ANCMA: “Due ruote modello di sviluppo ideale per mobilità urbana”

| il 27, giu 2018

Il presidente Andrea Dell’Orto all’Assemblea annuale: “Al nuovo Governo chiediamo un tavolo nazionale su mobilità sostenibile, attenzione sicurezza stradale e sostegno competitività comparto”

Moto e bici si candidano a diventare il modello di mobilità sostenibile di domani. Confindustria Ancma presenta alla propria Assemblea annuale, a cui ha partecipato anche il presidente Vincenzo Boccia, la pubblicazione “Situazione e proposte per la mobilità a due ruote”. Nero su bianco non solo le richieste del comparto al nuovo Governo, ma anche un’attenta analisi delle esigenze di mobilità che emergono soprattutto dai contesti urbani e le risposte ai nuovi bisogni.

Presente come rappresentante per Unasca Cesare Galbiati, membro della segreteria Autoscuole Unasca.

“Per come si sono trasformate – afferma il presidente dell’associazione Andrea Dell’Orto – le città, e Milano ne è l’esempio, costituiscono oggi il banco di prova per antonomasia di una rinnovata strategia di pianificazione e governance della mobilità, perché sono state al contempo causa ed effetto di modalità di spostamenti differenti e della loro integrazione”.

“Dai contesti urbani – continua Dell’Orto – emerge con forza la necessità di trovare misure organiche per favorire il decongestionamento del traffico veicolare e l’intermodalità, aumentare la sicurezza stradale, ridurre i tempi di parcheggio e percorrenza e, soprattutto, migliorare la qualità dell’aria”.

“In questo scenario – aggiunge il presidente di ANCMA – le due ruote appaiono oggi come una risposta naturale ai nuovi bisogni: spostarsi su biciclette, scooter e motocicli è sempre più un’opportunità. Basti pensare, ad esempio, che più del 70% dei servizi di mobilità condivisa nelle città è rappresentato da servizi di bikesharing, e continua a crescere anche lo scooter sharing”.

|| documento di Confindustria ANCMA affronta poi quelli che sono gli ostacoli che rallentano le risposte alle nuove necessità di mobilità e individua nella “frammentazione delle policy e delle soluzioni amministrative e urbanistiche, nella mancanza di omogeneità tra i vari livelli istituzionali e gli stakeholder, ritardi ed inadeguatezze gestionali e infrastrutturali” i fattori che incidono negativamente e appesantiscono il cammino verso la nascita di soluzioni più ordinate, uniformi ed efficaci.

“Questo quadro – sottolinea Dell’Orto – ci spinge a chiedere con forza al nuovo Governo l’istituzione di un tavolo nazionale della mobilità sostenibile. Uno strumento operativo, snello e rappresentativo di tutte le realtà più importanti e significative del mondo della mobilità per mettere a sistema le buone pratiche, condurre attività di monitoraggio continuo per promuovere modelli integrati di sviluppo della mobilità basati sulla sostenibilità ambientale, l’efficacia e l’efficienza economica”.

La pubblicazione evidenzia infine la necessità di “mettere in campo soluzioni sussidiarie per consolidare i positivi segnali di crescita che provengono del mercato delle due ruote ed accrescere la competitività del sistema produttivo. Per far questo – si legge ancora nei documento – sarà opportuno continuare a promuovere aggregazioni e reti d’impresa, favorire io sviluppo della fabbrica intelligente, sostenere lo scambio tecnologico e supportare gli investimenti in modo strategico, la ricerca e l’innovazione in un comparto che rappresenta un’eccellenza”.

Intervenuto anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, che ha sottolineato come l’Italia, nonostante il sistema paese faccia acqua, è comunque il secondo in Europa in termini di produzione industriale, e presenta una bilancia commerciale in forte attivo. Le eccellenze del Made in Italy, ha proseguito Boccia, trainano il paese e creano occupazione. Per quanto riguarda le politiche protezionistiche a stelle e strisce, Confindustria punta a una risposta unitaria da parte dell’Unione Europea che punti al superamento degli accordi bilaterali dei singoli stati con gli Stati Uniti, sostituendoli con azioni univoche a livello comunitario.

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