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Cima

Nautica, i primi due anni di STED

Nautica, i primi due anni di STED

| il 19, ago 2021

di Marco D’Agliano, Cultore di Diporto nelle Università di Macerata e Pisa. Responsabile nazionale Nautica per gli Studi di consulenza Unasca

Siamo oramai a quasi due anni dall’entrata in vigore dello STED, lo Sportello telematico del diportista. Dapprima con le formalità di prima iscrizione a partire dal primo settembre 2019 e poi attuando pienamente la riforma della nautica, dal primo gennaio del 2021, che ha visto l’archivio telematico ATCN spodestare i vecchi registri tenuti dalle Capitanerie e attraverso l’UCON dotarsi di una nuova conservatoria che a piccoli ma significativi passi sta entrando nel gergo marinaresco di tutti i diportisti.

Ma molto c’è ancora da fare affinché le risposte del sistema alle esigenze del diportista diventino quasi immediate come accade oggi con gli STA, con i quali gli STED hanno in comune metodologie simili, seppur con differenze sostanziali del sistema operativo. Nello STED, grazie al Dpr 152 e al successivo Dl 229 si è delineata una nuova figura di responsabile di un procedimento che definire solo digitale è sbagliato. Infatti, le specificità richieste al consulente nautico sono tre, ognuna destinata a coprire un ruolo importante.

La prima riguarda quella del pubblico ufficiale autenticatore in qualità di STA che ancora deve redigere l’atto cartaceo, verificando nell’interesse delle parti ed in qualità di terzo fra le stesse, tutte le pattuizioni
che servono alla perfetta trascrizione del bene che spesso ha valori molto elevati, al quale viene richiesta una conoscenza delle norme giuridiche legate al contratto di compravendita, redatto spesso con molti articoli che comprendono sia le esigenze delle parti in atto ma spesso quelle delle banche finanziatrici ovvero le società di leasing che detengono il 90% del parco navigante.

La seconda, propriamente consulenziale, al fine di possedere una preparazione di base di tutte le norme che orbitano intorno al diporto, per assicurare all’utenza la giusta fruizione del bene acquistato, dando consapevolezza delle responsabilità a cui si va incontro diventando armatori di una imbarcazione.

La terza è la funzione primaria dello STED, chiamato a sostituire le Capitanerie che prima della riforma
fornivano le necessarie competenze ai diportisti per ogni esigenza amministrativa nella navigazione e adesso vedono questo compito, condiviso con gli studi di consulenza abilitati, i quali oltre alla responsabilità di ricevere la documentazione da trasmettere digitalmente, sono divenuti certificatori per alcuni documenti che gli stessi stampano dopo la convalida da parte dell’UCON e precisamente le certificazioni di sicurezza e i certificati Rtf sui quali il titolare appone un timbro e una firma dando validità al documento per futuri controlli in mare.

Se a tutto questo si aggiunge che il titolare dello STED, depositando la firma tramite le Umc provinciali
alla Prefettura, legalizza i documenti validi per l’esportazione di un’imbarcazione, si evince quanta strada in poco tempo è stata compiuta dall’UNASCA che ha visto riconosciute le proprie istanze chiedendo e ottenendo di delegare agli STED importanti funzioni, fino a ieri appannaggio solo di impiegati militari o statali.

Possiamo allora affermare con una punta di orgoglio che, malgrado le difficoltà di un portale che sta arrancando sotto la pressione di una marea di formalità, gli STED stanno lavorando, grazie spesso allo sforzo dei conservatori che ultimamente sono aumentati di numero per consentire un primo snellimento delle pratiche soprattutto sulle nuove iscrizioni (accogliendo una proposta di UNASCA) la sfida è sicuramente da affrontare, nell’ottica di un servizio migliore e al passo con i tempi, verso un diporto consapevole che vede nella ripresa del comparto una nuova figura professionale.

Quella del consulente nautico non più soggetto passivo e meramente intermediario, ma un professionista
preparato al quale lo Stato può e deve riconoscere un ruolo sempre più qualificato, nel primario interesse della semplificazione, della certezza dei dati e della sicurezza della navigazione. Un percorso difficile ma per
il quale vale la pena di spendersi, e la crescita degli studi abilitati STED e la nascita del gruppo nautico formato da colleghi capaci e sempre più preparati mi conforta e mi spinge a dire che la strada tracciata da questa Segreteria, a cui mi onoro di appartenere, consegnandomi il ruolo di responsabile nazionale della nautica, ha dimostrato che UNASCA come sempre mette a disposizione di chi vuole mettersi in gioco tutti gli strumenti per vincere questa sfida.

(Foto: Jordan Cormack/Unsplash)

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