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Frodi assicurative: nuovo archivio informatico

Frodi assicurative: nuovo archivio informatico

| il 20, ott 2014

Nuovo decreto che istituisce l’archivio informatico integrato contro le frodi assicurative. Il provvedimento ha appena superato lo scoglio della Privacy

Ha ottenuto il via libera dal garante e potrebbe rappresentare la pietra angolare di una difficilissima situazione che va avanti praticamente da sempre e che ha innescato nel tempo un durissimo braccio di ferro tra consumatori e compagnie assicurative. I primi che accusano le società di praticare tariffe altissime, praticamente fuori mercato; le seconde che si difendono puntando l’indice proprio sugli elevati costi causati dai comportamenti fraudolenti di alcuni automobilisti.

L’effetto del decreto dovrebbe cambiare le cose. Come funzionerà? Il nuovo sistema fornirà le coordinate per individuare i sinistri sospetti, segnalandoli con una specie di “bollino nero” e mettendo in allerta le compagnie per scovare gli eventuali incidenti simulati. Praticamente, verranno fatti confluire in un database unico – che sarà istituito presso l’Ivass – i vari archivi sugli incidenti stradali, sui veicoli e sui dati dei conducenti. Le imprese di assicurazione assegneranno a ogni incidente stradale un determinato livello di anomalia, per tutelarsi dalle truffe prima di pagare l’indennizzo per la liquidazione, quindi invieranno i dati all’Ivass. A sua volta, l’archivio diventerà anche un utile riferimento per l’autorità giudiziaria e la polizia, diventando un importantissimo strumento per effettuare controlli incrociati di elevata precisione mirati a ricostruire la dinamica del presunto sinistro, proprio sulla base dell’indice di sospetto fissato.

Nel dettaglio, tra le informazioni che confluiranno nello speciale archivio, ci saranno quelle provenienti da banca dati dei sinistri, anagrafe testimoni e dall’anagrafe danneggiati (già istituite presso l’Ivass), banca dati dei contrassegni assicurativi, archivio nazionale dei veicoli, anagrafe nazionale degli abilitati alla guida e del Pra e banca dati contenente le informazioni relative al ruolo dei periti assicurativi. Infine, confluiranno nell’Archivio antifrode le preziosissime informazioni sull’installazione e attivazione delle “scatole nere” sui veicoli.

Fondamentale per il funzionamento del nuovo strumento sarà la comunicazione fra Ivass e imprese assicurative: l’authority invierà alle compagnie un primo dato sintetico sul livello di anomalia di un sinistro. Se tale valore dovesse essere superiore a quello fissato per regolamento dalla stessa Ivass, saranno automaticamente trasmessi anche gli indicatori analitici. In quel momento le compagnie trarranno le proprie conclusioni, regolandosi di conseguenza nelle procedure di liquidazione degli indennizzi e, se necessario, facendo scattare il livello di guardia anche per l’autorità giudiziaria.

Si registra un incremento di circa il 15% del numero dei sinistri individuati dalle imprese come esposti a rischio frode che, dai 400 mila circa del 2012, passano a 460 mila circa per il 2013

L’ok dell’authority della privacy, guidata da Antonello Soro, non è però senza condizioni. L’organismo di vigilanza ha infatti fissato precisi paletti all’utilizzo dei dati a scopo antifrode. In primo luogo, le informazioni potranno rimanere in archivio «non più di cinque anni dopo la data del sinistro», quindi «saranno trasferite su un supporto informatico gestito dall’Ivass e usate esclusivamente a fini di comunicazione per esigenze di giustizia penale o a seguito di esercizio dei diritti degli interessati». Il confronto tra i dati 2012 e 2013, ha comunicato l’istituto di vigilanza sul mercato assicurativo, evidenzia un complessivo aumento delle possibili truffe. «Nonostante i sinistri denunciati nel 2013 siano diminuiti del 6,5% circa» rispetto all’anno prima, si legge nel rapporto, «si registra un incremento di circa il 15% del numero dei sinistri individuati dalle imprese come esposti a rischio frode che, dai 400 mila circa del 2012, passano a 460 mila circa per il 2013». E non è tutto. Per l’autorità, «nonostante la rilevata diminuzione del numero dei sinistri, l’ammontare su base nazionale delle stime sul risparmio conseguito per effetto della lotta alle frodi è cresciuto di più del 3%, passando dai 177,5 milioni di euro del 2012 ai 183,5 milioni nel 2013. Nel 2013, inoltre, sono aumentati in modo significativo i numeri relativi alle querele proposte dalle imprese assicurative: l’incremento è nell’ordine del 30% rispetto al 2012 per fattispecie legate a possibili frodi in fase liquidativa, e del 35,5% per fattispecie fraudolente connesse ad aspetti contrattuali e precontrattuali. A fronte di tali evidenze», ha concluso l’Ivass, «sotto il profilo dell’efficacia dell’azione antifrode svolta, si segnalano aree di attività delle imprese in cui è possibile conseguire ampi margini di miglioramento».

I numeri parlano chiaro: «Nel 2012, il 78% del totale del risparmio ottenuto per l’azione antifrode si è concentrato in 15 imprese, che risultano, peraltro, aver complessivamente conseguito i migliori indici di sinistralità del mercato».

L’emergenza sud Secondo l’Ania, gli ultimi dati confermano comunque un paese spaccato a metà. Se è vero, infatti, che al nord avviene circa la la metà dei sinistri denunciati, ha spiegato l’associazione fra le imprese assicuratrici nel ramo Re auto, va sottolineato come il settentrione sia però la parte del paese dove si registrano meno sinistri a rischio frode, con una percentuale del 10,8% contro la media nazionale del 14,1%. La regione più virtuosa resta la Liguria, dove i sinistri sospetti sono pari al 9,2% sul totale delle denunce. A seguire la Valle d’Aosta con il 9,8%. I sinistri a rischio frode nel Nord balzano in Trentino Alto Adige, dove la percentuale è del 21%, mentre in Lombardia salta all’occhio l’alto numero di sinistri denunciati (18% con un rischio frodi del 10,3%). Di contro, sempre secondo i numeri diffusi dall’Ania durante l’estate, nelle regioni meridionali, «a fronte di sinistri pari al 19% del totale, il rischio di frode sfiora il 24%, ovvero quasi uno su quattro, mentre nell’Italia centrale (22,5% dei sinistri denunciati) i sinistri sospetti sono il 13,1%». Maglia nera in assoluto è la Campania (8,9% dei sinistri denunciati in Italia) con un’esposizione al rischio-frodi pari al 29,9%, ovvero uno su tre. Napoli sorvegliata speciale Ma se il nuovo archivio antifrodi darà una bella sfoltita ai “furbetti dei sinistri”, in alcune città la polizia è scesa direttamente in campo. E il caso, per esempio, di

Napoli, dove la procura ha deciso di aprire una sezione speciale, dedicata proprio alle frodi assicurative, per contrastare ancora più efficacemente il fenomeno che spesso coinvolge la criminalità organizzata. La novità è stata annunciata nei giorni scorsi dal pubblico ministero Nunzio Fragliasso della procura di Napoli in occasione del convegno Legalità e questione sociale: rischi e costi dei fenomeni fraudolenti, dove per l’occasione è stato anche presentato il rapporto Truffe assicurative in Italia: analisi socio-economica e possibili rimedi curato dall’avvocato Maurizio De Dominicis. Dallo screening risultano circa 43,5 milioni di veicoli assicurati in Italia, mentre i sinistri risarciti sono 3,7 milioni per un valore complessivo di 15 miliardi di euro. Il fenomeno delle frodi assicurative – ha spiegato Francesco D’Innella (docente di Diritto delle assicurazioni all’università Parthenope di Napoli) è fortemente sentito anche in altre realtà come Gran Bretagna, Germania, Svezia, Francia e Finlandia.

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