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Parma, quinta patente a 87 anni. Parla l’istruttore: tocco invidiabile sulla frizione e grande prudenza

Parma, quinta patente a 87 anni. Parla l’istruttore: tocco invidiabile sulla frizione e grande prudenza

| il 06, nov 2021

«No, la patente equadoregna purtroppo non si può convertire» lo avverte Marco Corradi nella sua autoscuola di Traversetolo. «Allora, prendo quella italiana», gli risponde Antonio Nofroni, classe 1934, senza battere ciglio. Ad ottobre del 2020 torna in Italia dall’Equador, e gli serve guidare la sua auto. L’uomo ne ha compiuti 87 ed è fatto così. Lo si intuisce dalla sua autobiografia: “I cervi volanti sul cielo di Asmara. L’Odissea della mia vita”. E pure l’Odissea delle patenti, visto che questa ultima è la quinta della sua vita. Nemmeno Corradi, insegnante istruttore e Segretario provinciale delle Autoscuole Unasca di Parma, tentenna. E accoglie il suo nuovo allievo in aula, assieme ai ragazzi del 2003.

In un paio di giorni la storia di Antonio Nofroni staziona nelle pagine di cronaca di quotidiani e programmi tv. L’ottantasettenne che non sbaglia una, di domande all’esame a quiz e fila liscio alla prova di guida. Ed è perciò altrettanto interessante uscire dalle motivazioni biografiche di Nofroni per la sua quinta patente e capire com’è stato l’allievo d’autoscuola Nofroni. Un divario generazionale su cui, a cascata, entrano temi come la sicurezza stradale; quella percepita soprattutto.

«Sempre in prima fila, tre mattine a settimana sempre presente in aula. E poi grandi discussioni sui quiz (che a un quotidiano dice aver avuto l’impressione “che tendano tranelli” anziché testare competenze, ndr). Ha fatto l’esame di teoria all’inizio di settembre e lo ha superato al primo colpo. Poi le guide obbligatorie e qualcuna in più. Infine 40 minuti di esame di guida, con i complimenti dell’esaminatore», racconta Corradi. Che nota due aspetti fondamentali per chi vive di educazione stradale. «Anzitutto un’attenzione ai segnali stradali che non trova riscontro, nella mia esperienza, nemmeno nei più giovani. E poi una grande prudenza rispetto al comportamento degli latri utenti della strada», aggiunge il Segretario delle Autoscuole Unasca di Parma.

Non è Nofroni il primo allievo âgée di Corradi, ma stavolta il senso della sfida c’era tutto. «Sì, avevo già avuto persone di una certa età in autoscuola. Sono sempre ammirevoli perché ci mettono una voloontà che magari il ragazzo giovane non ha. Nofroni è una persona che vuole conservare la sua autonomia. I figli vivono all’estero e lui non vuole dipendere da nessuno. Al volante ha conquistato velocemente sicurezza, tanto che dopo le prime guide m’ha detto d’aver fatto una trentina di chilometri tutti d’un fiato. Oltre a un comportamento molto prudente su strada, devo ammettere che ha un tocco invidiabile sulla frizione, che non ti fa sentire mai scalare le marce. Un allievo che m’ha dato soddisfazione, certo, e anche un po’ d’invidia. Perché è chiaro che la domanda “ma io alla sua età sarò così lucido” te la fai», conclude Corradi. La risposta, però, forse sta sui cieli d’Asmara.

(Nella foto: Marco Corradi)

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