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A Macerata il business dei certificati medici

A Macerata il business dei certificati medici

| il 25, giu 2014

Tutto ruota attorno a certificati rilasciati da medici specialisti che abilitano alla guida quando il titolo è scaduto.

Visite oculistiche e che misurano il grado di reattività, tutte a pagamento. Di solito costano tra i 30 e i 50 euro e si svolgono principalmente nelle sedi di scuola guida. I finanzieri hanno svolto accertamenti e dai loro controlli è emerso che una decina di professionisti avrebbe incassato la parcella senza emettere ricevuta fiscale. La prova sarebbe arrivata attraverso il confronto dei dati della Motorizzazione civile sul numero delle patenti rinnovate. Il medico, infatti, deve inviare il certificato alla Motorizzazione.

Una volta in possesso della certificazione sanitaria, i finanzieri hanno così convocato i professionisti interessati, invitandoli ad esibire una copia della documentazione fiscale relativa ai compensi ricevuti dopo la prestazione effettuata per il rinnovo delle patenti. Ma dai controlli è emerso che a tanti certificati emessi non corrispondevano altrettante fatture. I controlli sono stati fatti a ritroso di cinque anni e pare sia stato riscontrato addirittura un caso eclatante: a fronte di circa 30mila certificati rilasciati risultavano solo 2-3mila fatture emesse. Ne è nata una maxi contestazione in capo a ogni medico trovato in difetto.

A fronte di circa 30mila certificati rilasciati risultavano solo 2-3mila fatture emesse.

Qualcuno ha anche cercato di negare, dicendo di non essere mai stato pagato dai pazienti, ma, una volta sentiti dalle Fiamme Gialle, questi ultimi hanno confermato il pagamento della visita. I medici coinvolti nell’indagine fiscale, condotta nell’ambito di controlli mirati sui professionisti, pare abbiano tutti accettato la contestazione. L’omessa fatturazione oggi non è più un reato, ma per i medici “furbetti” si prospetta il pagamento di multe salate. La fattispecie omissiva, infatti, espone al rischio di una sanzione che può andare dal 100% al 200% dell’imponibile evaso.

(FONTE: Il Messaggero – Marche)

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