Sicurezza stradale, perché si parla di strisce pedonali 3D?
ilTergicristallo.it | il 09, Oct 2018
A settembre le strisce pedonali 3D hanno fatto la loro comparsa a Trieste, in via Marchesetti. Strada che è diventata un simbolo della poca sicurezza per chi attraversa. Lì nel 2016 fu travolta, sulle strisce, Giulia Buttazzoni di appena 15 anni. Probabile che la si volesse ricordare, di certo l’Amministrazione comunale si è smarcata dal gesto: l’idea non proveniva dal settore Viabilità o dai Lavori pubblici. Insomma, quasi una fake news.
A Trieste, però, qualcuno ha imitato Molinella, un paese dell’area metropolitana di Bologna, dove nel settembre del 2018 sono comparse le strisce pedonali 3D, anche se solo per un evento di street art. L’effetto si nota, per forza. Si rallenta, perché l’occhio dice che si sta andando a sbattere contro un oggetto sospeso. Anche se si sa che nessun blocco di cemento se ne sta sospeso da terra. Potere dell’illusione ottica. Linee diagonali e colori disegnano spessori e ombre. I pedoni sembrano spostarsi a mezzo metro da terra.
Quel che è certo è che in Islanda (vedi la foto) ci sono davvero; da studiarne gli effetti positivi. Altrettanto certo è che in Italia non si possono fare, perché le strisce 3D si discostano dalle indicazioni dell’articolo 40 del Codice della Strada, quello, appunto, sugli attraversamenti pedonali e che ne stabilisce larghezza, distanze e cromia. Ancora di certo c’è che, anziché giocare con le illusioni ottiche, Roma ha invece puntato a una sperimentazione delle strisce illuminate a Led, cioè di pannelli Led direttamente installati sull’asfalto e sicuramente più visibili la sera e di notte. Il Campidoglio ha scelto l’incrocio di via Amba Aradam – Porta Metronia, particolarmente pericoloso con l’intenzione di allargare questa infrastruttura anche in altri punti della Città.
E torna su tecnologia Led e su illusioni ottiche per le strisce 3D a parlarne Mantova. La proposta arriva dalla minoranza in Consiglio comunale con il capogruppo di Forza Italia Pier Luigi Baschieri; stroncata sul nascere dall’assessore alla Viabilità Iacopo Rebecchi che la giudica “contraria alla legge”. Di certo, la curiosità sulle strisce 3D si è spostata dai social e dagli album fotografici di chi le ha notate all’estero anche nei comuni e, lo dice Baschieri il 9 ottobre ai microfoni di “Punto e Giorno al volante”, «se ne parla nei consigli comunali, ma non si esclude possa approdare anche in Parlamento», presto o tardi. Senza illusioni ottiche.