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Cima

Professione esaminatore, la richiesta di Unasca dal convegno di Bergamo

Professione esaminatore, la richiesta di Unasca dal convegno di Bergamo

| il 05, Ago 2020

Esaminatori che facciano solo gli esaminatori, chiede Unasca. Questo vuol dire “Ripartiamo da Bergamo”, il convegno che ha permesso di capire come la Motorizzazione civile abbia ripreso a operare dopo il lockdown e alla massa di esami di guida arretrati che rende ancora più difficile il lavoro delle autoscuole. L’occasione forza la necessità: alla sofferenza cronica dell’organico dell’Ufficio di Bergamo si è aggiunto il Covid-19. Ma se la massa di esami di guida arretrati rischia nuovamente di sfuggire di mano, ormai molti mesi dopo l’intervento della task force ordinata dal Ministero nel 2019, è arrivato il momento di uscire dalla geografia dell’emergenza e ripensare il sistema Motorizzazione sul piano nazionale.

La proposta di Unasca è suffragata dal sondaggio condotto in rete che in modo eloquente dice che l’88 per cento delle oltre duemila autoscuole italiane che hanno risposto ritiene che gli esami non debbano più essere un’esclusiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ed è altrettanto forte il messaggio che lo smart working, per come ha coinvolto anche il personale che svolge attività tecniche oltre agli esami di guida, porterà presto o tardi al collasso dei servizi all’utente. Lo dicono chiaro e tondo Cesare Galbiati, componente della Segreteria nazionale autoscuole, e Antonio Fallarino, Segretario provinciale delle Autoscuole bergamasche Unasca; ne è altrettanto convinto Franco Fenoglio, presidente e Ad di Italscania, gli dà manforte la senatrice Simona Pergreffi.

«Proviamo a riformare e riformulare sistema della formazione e esami, perché sono le crisi che aprono la possibilità di mostrarci lungimiranti», dice Fallarino in apertura del convegno. Quindi, maniche rimboccate e mascherine: si lavora il primo di agosto con i vertici di Villa Patrizi: la Capo dipartimento Speranzina De Matteo e il Direttore generale Alessandro Calchetti sono in platea al Winter Garden Hotel di Grassobbio, assieme al Direttore generale territoriale Nord Ovest Giorgio Callegari. Le senatrici Simona Pergreffi (Lega) e Alessandra Gallone (Forza Italia); le onorevoli Elena Carnevali, bergamasca (PD), e Guia Termini (M5S) che fa parte della Commissione Trasporti.

Franco Fenoglio, Presidente e Ad di Italscania e Presidente della Sezione veicoli industriali di UNRAE, provoca politica e tecnici con un’ipotesi che diventa un videoclip: se l’autotrasporto si fermasse, in cinque giorni il Paese sarebbe in ginocchio. Sciagura scongiurata per davvero tra marzo e maggio, ma è chiaro che ogni giorno di rallentamento dei servizi della Motorizzazione mette sempre più in tensione il sistema Paese che regge «sul settore dei settori, che è l’autotrasporto», insiste Fenoglio. Un mondo più incline a lavorare che a protestare, come gli ha fatto eco Antonio Petrogalli presidente regionale lombardo della Federazione autotrasportatori italiani.

L’impasse si sblocca con un cambio di paradigma: i risultati del sondaggio sul ruolo degli esaminatori sono illustrati da Andrea Onori, Vice segretario nazionale Autoscuole. «E solo un anno fa, il risultato sarebbe apparso ribaltato», dice Onori. Che sia disaffezione alla propria controparte pubblica, non si sa. Quel che le autoscuole sanno per certo è che «il sistema così non regge più», rimarca il Segretario nazionale Emilio Patella. Bisogna reagire, e innovare. «Cambiare insieme», dice il Direttore Calchetti.

«Unasca è abituata a lanciare sfide epocali – ha detto il Segretario nazionale Patella –, perché non guardiamo solo all’immediato. Purtroppo, è proprio l’impegno dei direttori Callegari, Casarini, Persano che dimostra che il sistema è prossimo al collasso. Per uffici come Bergamo che hanno iniziato gli esami il 3 giugno, ce ne sono altri in Italia che hanno dato il via libera alle guide solo una settimana fa. Il sistema che avevamo ha, sì, una storia, ma non ha speranza. Proposte ne facciamo da sette anni. Le abbiamo esposte ai ministri Lupi, Delrio, Toninelli, e ora al ministro De Micheli che prima o poi incontreremo. Si è sempre detto: assumere gente giovane. Ma il punto è che occorre investire nella figura del tecnico per la sicurezza stradale. Certo, già oggi l’esaminatore lo è. Ma a tempo perso, e dopo aver finito orario d’ufficio. Dobbiamo ribaltare la prospettiva: assumere persone che dovranno fare solo quel mestiere. Possiamo ancora avere esaminatori moto che non sono mai andati in moto? E, ancora, se lo Stato investe su queste persone e queste non superano gli esami di abilitazione, devono cambiare professione perché vuol dire che non hanno i requisiti per cui dovevano essere assunte. Solo così si risolve la continua emergenza tamponata qui e là con il personale di rinforzo da altre Direzioni. Ha senso mandare esaminatori a Firenze quando la metà degli esaminatori di Firenze non vuol fare gli esami?».

Per la risposta alla fase emergenziale, la prima buona notizia è che a Nord Ovest si è fatto il «7,4% di esami in più rispetto a giugno 2019, con 19.957 esami informatizzati. Un ottimo risultato. Per quel che riguarda le guide, giugno è stato un mese critico, Bergamo e Brescia sono ripartite già il 3 giugno, il resto della Direzione territoriale è ripartita invece il 10 giugno. Ma da un confronto fatto a partire comunque dal 1° del mese, risultano svolte 22 mila prove nello stesso mese del 2019, contro le 13 mila di quest’anno. Già a luglio siamo risaliti a 18 mila. La risposta c’è stata», dice l’ing. Callegari. «La macchina della Motorizzazione sta funzionando al massimo delle possibilità», conferma Galbiati.

La seconda buona notizia suona come un auspicio per un cambiamento di sistema e arriva dalla Capo dipartimento. «Assumere è una necessità. Al Ministero dell’Economia, da dove provengo, le assunzioni sono regolari ogni anno; al MIT no. Abbiamo cercato di capire perché. Quel che è certo è che occorre una professionalità dedicata. Significa aprire ad altri? Vedremo. Faremo il possibile per dare risposte concrete», ha detto De Matteo.

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