Sicurezza a bordo, chi sta tirando il freno a mano in Europa?
Manuel Picardi | il 19, Nov 2018
I costruttori europei di automobili vogliono davvero veicoli più sicuri? Lo ha chiesto, ad ottobre, un gruppo di esperti di sicurezza stradale che ha scritto ai membri della Commissione europea per il mercato interno e la protezione dei consumatori (IMCO). Questo gruppo è composto dalle più svariate associazioni (consumatori, polizia stradale, attivisti ambientali, autorità cittadine, ciclisti e vittime di incidenti). La loro preoccupazione è rivolta all’aggressiva pressione da parte dei costruttori europei di automobili diretta a ottenere un cambio di marcia per l’approvazione dei regolamenti riguardanti l’introduzione della tecnologia nei veicoli di nuova produzione. L’ACEA (associazione europea costruttori di autoveicoli), a detta del gruppo di esperti sopraindicati, tenterebbe simultaneamente di indebolire le proposte della Commissione europea sulle nuove misure di sicurezza dei veicoli e di chiedere ai parlamentari europei di approvare la futura legislazione il prima possibile, al fine di ottimizzarne i benefici economici.
L’obiettivo di ACEA è di rivedere le norme minime di sicurezza previste per la produzione dei veicoli nell’UE, ovvero di revisionare il GSR, General Safety Regulation, il regolamento generale sulla sicurezza. Una misura contestata contenuta nel regolamento verte sulla visione diretta ed indiretta nei mezzi pesanti (autobus e camion). Le case costruttrici di veicoli sostengono che l’utilizzo delle telecamere per monitorare l’area circostante al veicolo sia più efficace del controllo diretto da parte del conducente. La questione è: ma ne siamo sicuri? Al di là delle minimali differenze di tempo, la controversia è sul minore senso di sicurezza da parte degli utenti della strada qualora non sia possibile stabile un contatto visivo con i conducenti dei veicoli pesanti. Altra misura oggetto di contestazione è la mancata massiccia diffusione dei dispositivi ISA (Intelligent Speed Assistance) nei veicoli di media e medio-bassa gamma, che consentirebbe di ottenere importanti riduzioni dell’incidentalità stradale, applicando l’adeguamento delle limitazioni di velocità prescritte dalla segnaletica ai veicoli circolanti. L’ACEA, dal canto suo, sostiene che le infrastrutture attuali non siano in grado di garantire un sistema efficace, affidabile nella sua completa attuazione.
Il gruppo di esperti punta il dito contro i produttori di automobili, facendo presente come già in passato si fossero opposti a un miglioramento degli standard di sicurezza. Nel 1994-95, secondo gli esperti di sicurezza stradale, ACEA avrebbe tentato di ritardare l’adozione della barriera deformabile sfalsata per gli standard europei di crash test nell’impatto frontale e allo stesso modo avrebbe cercato di rallentare la proposta per i test dell’impatto laterale. Misure che negli anni hanno contributo a importanti risultati nella riduzione delle vittime da incidente stradale.
Tutte le rivoluzioni hanno bisogno di tempo per essere comprese, accettate e assorbite, ma sembra che quella tecnologica non ne voglia tenere conto delle lezioni impartite dalla storia.