Motorizzazione, modello francese
Manuel Picardi | il 20, Dic 2018
Emmanuel Barbe, in Italia viviamo una situazione molto complessa: la carenza di esaminatori dovuta a un mancato turn-over, fa sì che in molte provincie d’Italia si debbano aspettare molti mesi prima di poter sostenere un esame di guida. Questo era un problema anche in Francia, come è stato risolto?
«Nel biennio 2012-2014, in Francia ci sono stati ritardi simili. Non tanto per poter svolgere il primo esame di guida, quanto per poterlo ripetere in caso di esito negativo. È stata avviata una riforma, il cui obiettivo era aumentare significativamente il numero di posti nelle sedute d’esame per il conseguimento della patente B. Per raggiungere questo obiettivo, anzitutto la durata dell’esame pratico è stata ridotta a 32 minuti, consentendo fino a 13 esami al giorno. Questa iniziativa ha comportato la creazione di 110.000 posti. Si è poi deciso di affidare agli operatori privati la gestione dell’esame teorico. Ciò ha determinato una riorganizzazione delle mansioni degli esaminatori che così facendo hanno ottenuto maggior tempo per poter effettuare gli esami pratici. Fino a quel momento il tempo che veniva dedicato a tali prove si aggirava intorno al 4,6% della propria attività. Ciò ha rappresentato 142.000 posti in più. Inoltre, sono stati integrati 25 esaminatori straordinari oltre alle tradizionali assunzioni per i dipartimenti più in difficoltà, il tutto si può quantificare con 70.000 esami supplementari. Gli esaminatori “tradizionali”, formati nel sistema di istruzione nazionale, sono stati sostituiti da formatori specializzati in formazione professionale. Questa misura ha permesso di offrire altri 92.000 esami. È stata poi autorizzata l’integrazione di personale impiegato delle nostre Poste, che ha manifestato interesse a cambiare attività lavorativa. Circa una trentina di persone hanno seguito uno specifico percorso professionale, per poi essere inserite nelle aree geografiche maggiormente in difficoltà. Dal 2013, queste misure hanno determinato una riorganizzazione delle mansioni dando priorità allo svolgimento degli esami e concedendo un lasso di tempo sufficiente per poter effettuare altri compiti quali il controllo dell’attività di autoscuola o di centro d’istruzione, per esempio durante i corsi recupero punti. Tuttavia oggi, in alcuni Dipartimenti (equivalenti alle Provincie italiane, ndr), le scadenze si allungano nuovamente, anche se in proporzioni molto minori rispetto al 2013/2014. Il fenomeno è imputabile alla necessità di un periodico allineamento organizzativo e ai picchi di richiesta basati sulla stagionalità».
Come si diventa esaminatori in Francia?
«Per diventare esaminatore è necessario superare un concorso presso il “servizio civile” e seguire un corso di formazione di 6 mesi presso l’Istituto Nazionale di Educazione e Ricerca Stradale INSERR, con sede a Nevers, che è l’organismo sotto la supervisione della Direzione della sicurezza stradale del Ministero dell’Interno».
In molti Paesi europei, EFA vorrebbe applicare il modello francese per l’esame della patente B e passare attraverso il sistema di formazione certificata per eliminare il Codice 78.
«Non è certo che la cancellazione del Codice 78 da parte di una formazione, e non attraverso un esame, sia conforme alla direttiva europea. La Germania in passato ha chiesto alla Commissione Ue il permesso di modificare la direttiva in modo da non apporre il codice 78 quando l’esame è effettuato su un veicolo elettrico con il pretesto di incoraggiare un comportamento rispettoso verso l’ambiente. La Commissione non si è espressa favorevolmente. La Francia ha fatto una scelta leggermente differente. A seguito dell’esito positivo dell’esame di guida con cambio automatico (codice 78), il candidato potrà richiedere passati 6 mesi e dopo aver frequentato un corso di formazione di 7 ore in un’autoscuola, che gli venga annullata la restrizione alla guida dei veicoli con cambio manuale. Questa scelta è stata fatta per incoraggiare l’apprendimento sui veicoli a trasmissione automatica, e ha dimostrato di avere una percentuale di successo migliore, rendendo la patente anche meno costosa. La possibilità di eliminare la restrizione dopo un percorso di formazione di 7 ore non può essere eseguita prima di 6 mesi per impedire alle autoscuole di essere tentate dall’offrire pacchetti a prezzi ridotti e non effettuare la formazione prevista, il che costituirebbe un problema per la sicurezza stradale. Se non fosse stato introdotto il periodo di sei mesi, è come se avessimo attuato la proposta tedesca, precedentemente respinta dalla Commissione».
Secondo lei ha avuto un riscontro positivo?
«È ancora presto per trarre un bilancio. La flotta di veicoli con cambio automatico nelle autoscuole è troppo esigua e in Francia non esiste una vera passione per questa novità. Alcune scuole guida stanno investendo in questo settore. Il Ministero sta pensando a come dare energia e pubblicizzare la misura. C’è bisogno di un cambiamento di mentalità: del resto ancora oggi in Francia, ad eccezione dei veicoli di fascia alta, non è molto popolare l’utilizzo dei veicoli con cambio automatico».