Farinetti: «Sì alla mobilità elettrica. Emergenza ambientale più importante che imparare a cambiare le marce»
unasca | il 30, Ago 2021
di Paolo Papi
Con l’obiettivo di diffondere una nuova cultura della mobilità elettrica e della sostenibilità ambientale tra i futuri conducenti e tra gli operatori delle autoscuole italiane, a Torino è stato siglato l’accordo tra il team e-Mobility di Stellantis e Unasca, dando così vita al progetto Pole Position, concluso il 6 maggio di quest’anno con la consegna di quaranta attestati ad altrettanti istruttori coinvolti in questa iniziativa.
Tecnologia di base del motore elettrico, modalità di ricarica, stili di guida, caratteristiche specifiche dell’elettrificazione, manutenzione e sicurezza. Saranno gli istruttori formati da Unasca e Stellantis, in questa prima fase, a dover dare il via a quel cambiamento culturale nelle autoscuole che non è solo necessario ma è anche urgente, alla luce delle trasformazioni climatiche e delle nuove necessità professionali del nostro settore. Un cambiamento che non può più attendere i temi lunghi della politica, che pure dobbiamo continuare a sollecitare in attesa di una legge quadro che metta a punto il sistema, contribuisca a finanziare una rete di ricariche elettriche efficienti su tutto il territorio e consenta infine, di effettuare l’esame per la patente, o il rinnovo della stessa, anche con i veicoli elettrici o a basso impatto ambientale. È questo, tra i tanti, uno dei punti di arretratezza del sistema Italia.
A presentare il progetto Stellantis-Unasca, c’erano il responsabile E-mobility di Stellantis, Roberto Di Stefano, e il segretario nazionale Unasca Emilio Patella, che ha riconosciuto come «accanto allo sforzo della ricerca occorre l’impegno per cambiare i programmi d’esame e la mentalità dei nuovi conducenti». All’inaugurazione c’era anche Oscar Farinetti, il visionario imprenditore enogastronomico di Eataly che ha deciso di ospitare lo show-room E-village dedicato alle auto elettriche all’interno della sua ultima creatura, Green Pea, al Lingotto di Torino. Definita, in questa intervista al Tergicristallo, «come il primo Department store al mondo dedicato esclusivamente a prodotti non food costruiti in armonia con terra, aria, acqua».
Qualcuno potrebbe chiedersi quali siano i punti di contatto tra la più grande industria automobilistica italiana, l’Unasca e il fondatore di Eataly. La risposta non si fa attendere: «Da tempo il sottoscritto, insieme alla sua famiglia, si è lanciato nel campo dei prodotti non food legati alla sostenibilità», spiega Farinetti. «Ed è da tempo – aggiunge – che Stellantis ha dimostrato una nuova sensibilità verso l’offerta di veicoli sostenibili. L’idea di offrire loro una nuova formula di vendita legata al rispetto del pianeta è nata in questo contesto».
Come il fondatore di Eataly, promotore di una rivoluzione enogastronomica a chilometro zero, immagini la mobilità del futuro è presto detto. L’immagina “pulita”, «senza più macchine che producono polveri sottili e con una efficiente rete di smaltimento dei rifiuti». La immagina, inoltre, «con grandi parcheggi moderni ai punti cardinali esterni della città e con potenti servizi, sia di mobilità pubblica attraverso mezzi a zero emissioni, che di noleggio di veicoli privati elettrici, a idrogeno o attraverso le nuove tecnologie che arriveranno». Certo, la rivoluzione, anche ambientale, non è un pranzo di gala. E Oscar, 66 anni, originario di Alba, in Piemonte, sembra volerci mettere in guardia dai necessari sacrifici e cambiamenti, anche culturali e di mentalità, a cui saremo chiamati, come settore delle autoscuole e singoli cittadini: «Il 90% degli scienziati dice che se non cambiamo modo di produrre energia, di consumare e di muoverci andremo a sbattere. È arrivato il momento di obbligare le persone a comportarsi in maniera diversa».
Quanto al settore delle autoscuole, lo stupore rispetto al fatto che in Italia non è ancora possibile, contrariamente a quanto sta avvenendo in altri paesi europei, svolgere l’esame per ottenere la patente con un veicolo elettrico, senza avere successive limitazioni alla guida, è condiviso. «Non so quale sia il motivo di questa arretratezza legislativa ma vi prego di muovervi in fretta. La scuola guida è un momento educativo molto importante, non solo per imparare a guidare. Servono sentimenti nuovi. E i nuovi sentimenti, anche verdi, si imparano nelle scuole. Anche quelle di guida».
L’invito rivolto a Unasca è quello di fare pressing e cartello con i pezzi più sensibili della classe dirigente. «Dovreste spiegare agli allievi, forse, che un corso sulla nuova emergenza ambientale è più importante che imparare attività semplici e spesso superflue come cambiare le marce. Ma è chiaro che potrete muovervi solo insieme alla politica. Preparate un programma in tal senso e poi andate dalla politica, convincetela ad assumere decisioni drastiche. Ditele che siete pronti. E siate pronti».
Infine, Farinetti ci lascia con un’immagine personale. All’insegna di un’altra mobilità possibile, verde, a basso impatto. «Mi muovo sempre con una Fiat 500 elettrica. Ho scoperto un nuovo modo di spostarmi che, oltre al rispetto per il pianeta, mi diverte un sacco. La sera metto la macchina in garage, la collego alla mia normale rete elettrica e la mattina me la ritrovo piena di energia. Ho riscoperto il valore del silenzio e questo, tra le mie colline delle Langhe, ha un significato profondo».