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EFA, guida autonoma: chi saranno i nuovi utenti vulnerabili?

EFA, guida autonoma: chi saranno i nuovi utenti vulnerabili?

| il 22, mag 2019

Quali saranno i nuovi schemi di apprendimento per i conducenti e gli istruttori di guida nell’era della guida autonoma? E soprattutto: chi saranno i nuovi utenti vulnerabili? Se ne è discusso in un seminario a Bruxelles con ospiti il personale della DG Move e ETSC, European Transport Safety Council; AIPSS, Associazione Italiana Professionisti della Sicurezza Stradale e i presidenti delle principali associazioni che si occupano di sicurezza stradale nel Continente, tra cui, anche, il Segretario nazionale Autoscuole UNASCA Emilio Patella.

All’interno del progetto SIMUSAFE, finanziato dalla Unione Europea per comprendere la funzione della tecnologia nel percorso di formazione alla guida e quindi capire come poter incastonare l’utilizzo del simulatore nella formazione alla guida per il conseguimento patenti e per la formazione iniziale o periodica degli insegnanti istruttori a livello europeo, il compito di EFA era organizzare dei workshop con dei diversi soggetti coinvolti nella sicurezza stradale. Questo in particolare aveva come focus i veicoli autonomi.

Quel che preoccupa tutti è come andremo a vivere le fasi intermedie di coabitazione tra veicoli autonomi e quelli che non lo sono e cercare di comprendere con che reattività la società risponde a questo cambiamento. Se non si interviene per tempo, la società si troverà a condurre dei veicoli senza avere la benché minima idea di come si faccia a guidarli in sicurezza. La nostra sfida è inserire in un percorso di guida una formazione che preveda una conoscenza di base sulla meccanica del veicolo fino a sapere come inserire o disinserire i dispositivi tecnologici.

E il punto è proprio quello della “de-competenza”, se vogliamo chiamare così l’assuefazione alla comodità tecnologica. Per esempio, da quando ha fatto comparsa il telefonino con la rubrica in memoria, quanti numeri noi riusciamo ancora a memorizzare? Forse cinque, al massimo. Ma non facciamo più nessuno sforzo.

Alla guida potremmo trovarci ad affrontare una situazione in cui ormai abituati o assuefatti alla comodità della guida automatizzata o autonoma ci troveremmo in difficoltà a tornare nel pieno controllo dei veicolo. E poi c’è il problema degli altri utenti della strada, ovvero gli utenti vulnerabili: pedoni e ciclisti. E a Ceri Woolsgrove, presidente della European Ciclist Federation, tra gli altri, è stato rivolto a un appello a considerare la preparazione anche dei loro associati. Anche il ciclista dovrà essere in grado di interpretare l’intenzione di un conducente di auto a guida automatizzata.

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