Madrid, 50° Congresso CNAE: «no» delle autoscuole alla formazione al ribasso
Manuel Picardi | il 22, Nov 2021
Cinquantesimo Congresso per la CNAE, la Confederazione nazionale spagnola di autoscuole, che si è tenuto a Madrid dal 18 al 20 novembre scorsi. L’evento, oltre che una festa, è stata l’occasione per poter presentare le ultime novità in termini di sicurezza stradale e le future strategie da seguire per mantenere in vita un settore sempre più minacciato da fattori esterni.
Mentre in piazza si sono tenute diverse manifestazioni pubbliche per sensibilizzare i cittadini su temi quali le manovre di primo soccorso come la rianimazione, percorsi con esercizi per monopattini, simulazioni di abbandono del veicolo in caso di ribaltamento e dimostrazioni di come i pompieri intervengano in caso di occupanti intrappolati nell’abitacolo delle autovetture, nell’elegante Hotel Melià Castilla di Madrid, invece, si sono svolti i tavoli tecnici della “50° Convencion de las autoescuelas” aperti dal presidente Enrique Lorca. Lì, ai 350 delegati si sono aggiunti numerosi accompagnatori in cerca di risposte concrete.
Il tema principale dei lavori è sicuramente stato il contestato articolo 62 del Codice della Strada spagnolo, ovvero la possibilità di poter aprire con una sede d’autoscuola, diverse filiali in tutto il paese, per aprire la strada a una selvaggia formazione online, alla quale CNAE si sta opponendo con tutte le sue forze. Le grandi piattaforme online spingono per creare una fabbrica di patenti, un sistema impersonale con l’unico obiettivo di aumentare il fatturato a fine anno. Non importa che si vendano scarpe, vestiti o si mercifichi la sicurezza stradale. Con un concetto opportunistico dell’evoluzione umana, cavalcando l’onda della semplificazione, promettendo un risparmio economico (forse) nel breve periodo, i grandi soggetti economici sono entrati anche in Spagna, alla ricerca del loro Eldorado. Il vero problema è chi ha i soldi ma non ha idee innovative, spesso fa solo più danno che altro.
Entrare in un mercato già saturo offrendo servizi a basso costo rompe un delicato sistema di sopravvivenza che rischia di sfociare in una guerra civile al ribasso, dove la qualità e il cliente non sono più al centro, ma rischiano di diventare solo un prodotto di nicchia riservato solo a pochi ricchi. La cosa buffa è che le autoscuole europee hanno impiegato decenni a venire fuori dalla dicotomia tra qualità e quantità. Le scuole guida sono uscite da un lungo periodo alimentato da un sistema economico orientato a patentare il maggior numero possibile di persone per garantire loro indipendenza, libertà, l’accesso ad un lavoro migliore, spesso a discapito della qualità.
Oggi le autoscuole cercano di offrire dei servizi adeguati ad un serbatoio di utenti inferiore e alle esigenze della società contemporanea. Non è un caso infatti che i soggetti operanti nel settore, le autoscuole, il Dipartimento dei trasporti (DGT) e la maggior parte delle associazioni impegnate nella sicurezza stradale si oppongano a questa involuzione umana spinta dall’esterno.
L’esperienza francese, con l’importante testimonianza della presidenza della associazione francese di autoscuole CNPA, composta da Patrice Bessone e Lorenzo Lefevre, la dice lunga sul ruolo riconosciuto delle autoscuole da parte della società. In Francia il problema della formazione al ribasso (in termini di prezzo e qualità) è stato affrontato già dal 2015. Il risultato è che oggi le piattaforme di formazione online hanno circa il 4% del mercato e un tasso di riuscita d’esame più basso il 40%, contro circa il 60% di chi si rivolge in autoscuola. È il mercato, ovvero sono le famiglie che hanno scelto la qualità per i loro figli. E con le stesse armi, energia, competenza e filosofia, che la CNAE sta affrontando la sfida che la vedrà partecipe nei prossimi anni come soggetto erogante una formazione di qualità focalizzata sull’individuo e la sua crescita personale. La lezione della società francese è stata compresa: se dobbiamo investire in qualcosa, facciamolo nelle persone.