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Imola Living Lab: un autodromo per la sostenibilità

Imola Living Lab: un autodromo per la sostenibilità

| il 23, nov 2021

Elisa Spada e Elena Penazzi sono, rispettivamente, assessore all’Ambiente, mobilità sostenibile, politiche di genere e all’Autodromo, turismo e grandi eventi del Comune di Imola. Al palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra, durante Wp1 Global Forum on Road Traffic Safety, le due amministratrici hanno presentato l’Imola Living Lab. Di cosa si tratta?

«Il progetto Imola living lab è nuova visione che parte dall’autodromo internazionale Enzo e Dino Ferrari e mette a sistema le eccellenze del nostro territorio attraverso un centro di innovazione e formazione basato sulla sostenibilità, inclusione e sicurezza. In particolare, il progetto persegue gli obiettivi 3 e 11 dell’agenda
2030, e parte da una scelta chiara di intraprendere un percorso verso la sostenibilità che ha portato l’autodromo a ricevere il riconoscimento della prima stella Fia nel 2021».

Quali sono i soggetti coinvolti in questo progetto innovativo?
«Il Comune di Imola, con il Consorzio azienda multiservizi intercomunale, Formula Imola, la Regione Emilia-Romagna, l’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale, Montecatone Rehabilitation Institute Spa e l’Università di Bologna, in particolare la professoressa Valeria Vignali».

A quali utenti vi rivolgerete?
«Ai giovani e giovanissimi, promuovendo la cultura della sicurezza stradale; alle utenze vulnerabili, intese sia nell’ambito della disabilità che in quello delle persone anziane. Un progetto che mira a creare consapevolezza, e quindi a ridurre l’incidentalità. Vogliamo offrire nuove opportunità a chi, vivendo una condizione di disabilità a seguito di traumi e non solo, intenda essere protagonista delle proprie scelte, anche nell’ambito della guida. In questo senso è importante la collaborazione con Montecatone, l’ateneo di Bologna, l’Osservatorio regionale per la sicurezza stradale e le aziende del territorio per sperimentare e applicare le nuove possibilità che offrono i sistemi di guida autonoma. Il diritto all’autonomia è centrale».

Creare un modello di riferimento per una mobilità inclusiva a livello globale è una gran bella sfida, ambiziosa, sicuramente sarete all’altezza. Quali sono i primi passi da compiere?
«Grazie per la fiducia. Il primo passo è consolidare e sistematizzare il rapporto tra l’autodromo Enzo e Dino Ferrari con Montecatone e con l’Università di Bologna che a Imola ha il polo della sostenibilità, con un master di mobilità sostenibile. Il secondo è creare relazioni con altre realtà a scala globale con le quali condividere e sviluppare progettualità che possano essere replicate in altri paesi. La partecipazione al Wp1 del Global Forum on Road Traffic Safety è stato un importante passo in questa direzione».

Prevedete una collaborazione con le autoscuole? In che modo?
«Sì, riteniamo che quella con le autoscuole sia una collaborazione importante per completare il circuito. Da un lato vorremmo creare iniziative specifiche per neopatentati, per permettergli di affinare le proprie abilità, dall’altro collaborare con Unascabile, al fine di promuovere la cultura dell’autonomia nella disabilità,
sia con corsi di formazione direttamente rivolti agli utenti della strada, sia per avvicinare gli istruttori al mondo della disabilità».

(Foto credit: Autodromo di Imola)

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